«Fikri e il cantiere non c'entrano»
Yara, la Ruggeri rompe il silenzio

A due anni dalla scomparsa di Yara Gambirasio, il pm Letizia Ruggeri rompe il silenzio. Il settimanale «Oggi», da mercoledì in edicola (anche su www.oggi.it) riporta in un articolo alcune frasi pronunciate dal magistrato della Procura di Bergamo durante una chiacchierata con un suo giornalista.

«Non c'entra niente Mohammed Fikri», ha detto la Ruggeri al settimanale, «così come non c'entra niente il cantiere di Mapello». La considerazione su Fikri, unico indagato per la scomparsa di Yara e per il quale Letizia Ruggeri ha chiesto l'archiviazione, appare ovvia. Lo è meno quella sul cantiere, dove i cani molecolari avevano segnalato il passaggio di Yara.

«Non mi intendo di cani», ha insistito il magistrato, «so solo che non sono infallibili. I cani sono entrati nel cantiere, tutti continuano a scrivere e parlare del cantiere, ma il cantiere, lo ripeto, non c'entra». Il fulcro dell'attività investigativa va spostato altrove, forse in un altro cantiere, all'interno di un furgone o un ambiente contaminato dalle polveri di cemento trovate su Yara? «È tutto coperto dal segreto», ha spiegato il magistrato, «e non posso dire di più. Però questa è la verità, sono l'unica a conoscerla e da due anni mi tocca sentire di tutto, imprecisioni, falsità e anche cattiverie».

Dell'intervista a Fikri pubblicata una settimana fa, sempre da «Oggi», Letizia Ruggeri ha detto: «Quando l'ho avuto davanti non ho avuto l'impressione che fosse stato maltrattato. La certezza che non avesse nulla a vedere con Yara l'ho avuta 24 ore dopo, quando ho ricevuto quattro versioni dell'intercettazione telefonica che smentivano la prima traduzione. Se qualcuno dopo due anni ancora non è convinto e chiede nuovi accertamenti non so cosa farci. Per quanto mi riguarda Fikri è già archiviato».