Il cimitero islamico è chiuso
Tentorio firma un'altra deroga

Un'altra deroga, un altro «permesso speciale». Perché per la seconda volta dopo il caso di Yassin Giovanni, le «vicende umane vanno distinte dai problemi amministrativi» che sbarrano le porte dell'area destinata ai mussulmani.

Un'altra deroga, un altro «permesso speciale». Perché per la seconda volta dopo il caso di Yassin Giovanni, il bimbo di dieci anni stroncato da una gravissima malattia genetica e sepolto nel cimitero islamico di Colognola ancora chiuso, le «vicende umane vanno distinte dai problemi amministrativi» che ufficialmente sbarrano le porte dell'area destinata ai cittadini di fede mussulmana.

Questa almeno la motivazione che ha spinto il sindaco Franco Tentorio a una seconda eccezione per Dario Antonio Cortinovis, residente a Pradalunga ma deceduto l'altro ieri a Bergamo. Su espressa richiesta dei famigliari e in ossequio alle volontà contenute nel testamento, la salma del settantasettenne, che aveva abbracciato la confessione islamica, verrà tumulata domani nell'area al centro del polverone politico nelle ultime due settimane.

«Essendo spirato a Bergamo la famiglia aveva pieno titolo nell'avanzare la richiesta – sottolinea il primo cittadino -. Abbiamo così ritenuto di dover distinguere anche in questo caso la vicenda umana da quella più strettamente giuridica. Resta il serio problema dei rapporti economici che, a nostro giudizio, non sono conformi e decisamente inferiori a quanto previsto dalle disposizioni normative. Cercheremo un incontro e una soluzione con i rappresentanti del Centro islamico».

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