Brembate, il sindaco ricorda Yara
«Ora è il momento delle risposte»

A poco meno di due anni di distanza dalla scomparsa di Yara Gambirasio, la comunità del paese in cui viveva «chiede finalmente risposte» dalle indagini che ancora non sono arrivare all'individuazione a alla cattura del suo assassino.

A poco meno di due anni di distanza dalla scomparsa di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra, trovata uccisa esattamente tre mesi dopo, il 26 febbraio del 2011, la comunità del paese in cui viveva «chiede finalmente risposte» dalle indagini che ancora non sono arrivare all'individuazione a alla cattura del suo assassino.

«Nessuno in questi due anni - spiega il sindaco di Brembate, Diego Locatelli - si è dimenticato di Yara. La verità su chi l'ha uccisa certo non la restituirà a noi e alla famiglia, ma ora è giunto il momento delle risposte».

Unico indagato per l'omicidio è il marocchino Mohammed Fikri per il quale è stata chiesta nei mesi scorsi l'archiviazione non accolta dal gip che ha disposto nuovi accertamenti. Fikri era stato arrestato nei giorni successivi alla scomparsa di Yara per via di una telefonata in cui sembrava che dicesse: «Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io».

In realtà, altri consulenti della Procura avevano tradotto la frase in modo diverso, escludendo che parlasse dell'omicidio, e il marocchino era stato scarcerato. Il gip, per decidere sul'archiviazione, aveva disposto altre traduzioni: altri sei traduttori (cinque del pm, una della difesa) hanno ribadito nelle settimane scorse che Fikri non ha mai usato la parola «ho ucciso».

Rimane aperta la cosiddetta pista di Gorno, il paese della Bergamasca in cui viveva un uomo, morto nel '99, il cui è Dna è riconducibile a quello trovato sul corpo di Yara: la traccia biologica potrebbe essere di un suo figlio illegittimo che, però, non è ancora stato trovato.

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