Fikri attende l'archiviazione
Scagionato dalle traduzioni

Da quando fu fermato, a bordo di una nave che lo stava portando in Marocco per le vacanze, già programmate, non fa che ripetere: «Io non c'entro». È Mohammed Fikri, marocchino di 25 anni, unico indagato per l'omicidio di Yara Gambirasio.

Da quando fu fermato, a bordo di una nave che lo stava portando in Marocco per le vacanze, già programmate, non fa che ripetere: «Io non c'entro».

Mohammed Fikri, marocchino di 25 anni, unico indagato per l'omicidio di Yara Gambirasio, scomparsa da Brembate di Sopra (Bergamo) il 26 novembre del 2010 e trovato uccisa tre mesi dopo, da quasi due anni cerca di convivere con il sospetto di aver avuto un ruolo nell'omicidio della tredicenne.

Sospetto fugato nei fatti, sostiene il suo avvocato Roberta Barbieri, ma non formalmente, perchè non è ancora arrivata quell'archiviazione della sua posizione più volte chiesta dal pm di Bergamo, Letizia Ruggeri, ma non ancora accolta dal gip Ezia Maccora che ha disposto nuovi accertamenti.
Tutta colpa di quella telefonata, nei giorni successivi alla sparizione di Yara, in cui sembrava dicesse: «Che Allah mi perdoni, non l'ho uccisa io». Unitamente al fatto che lavorava nel cantiere di Mapello, vicino alla casa di Yara, dove avevano portato i cani molecolari durante le ricerche della ragazza, gli investigatori l'avevano fermato.

Subito dopo era emerso che Fikri aveva un alibi (mentre la ragazza spariva era a cena con il proprio datore di lavoro) e che quella telefonata era di tutt'altro tenore, secondo altri quattro traduttori: imprecava con un conoscente che gli doveva dei soldi necessari per dover partire. Nelle settimane scorse, altri sei traduttori (uno della difesa e cinque della Procura), su ordine del gip hanno stabilito che il marocchino non usò mai la parola «uccidere» in quella conversazione.

Fikri, nel frattempo, come ha detto più volte, non trova lavoro, perchè quell'onta rimane; ha perso la fidanzata dell'epoca e non riesce a ottenere la carta di soggiorno che sembrava prossima prima del fermo (annullato anche dalla Cassazione). Vive con dei parenti a Montebelluna (Treviso), aspettando di poter uscire di scena.

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