Gli alpinisti dispersi sulle Alpi:
situazione non ancora disperata

Resta un mistero la sorte di tre alpinisti italiani, rimasti bloccati sul Dome des Ecrins e di cui non si hanno più notizie da lunedì pomeriggio. Secondo il capitano Colombani, il capo del soccorso, la «situazione è complicata ma non è ancora disperata».

Resta un mistero la sorte di tre alpinisti italiani, rimasti bloccati sul Dome des Ecrins (Alpi francesi) e di cui non si hanno più notizie da lunedì pomeriggio. Nella zona imperversa il maltempo, con oltre un metro di neve caduto nelle ultime 24 ore. I dispersi sono il cardiologo Damiano Barabino, di Genova, il primario del reparto di cardiochirurgia dell'ospedale di Lecco, Francesco Cantù - ai Riuniti di Bergamo fino pochi mesi fa -, e Luca Gaggianese, istruttore del Cai di Milano, anch'egli bergamasco d'adozione, visto che ha vissuto in città fino al 2006, ricoprendo la carica di responsabile della raccolta fondi del Cesvi Bergamo

I familiari degli alpinisti in difficoltà sono arrivati a Briançon attorno alle 20 provenienti dal Nord Italia. Secondo il capitano Colombani, il capo delle operazioni di soccorso al Pghm, la «situazione è complicata ma non è ancora disperata».

Sono partiti nella notte tra sabato e domenica scorsi per scalare la goulotte Gabarrou-Marsigny sulla parete sud della montagna. Un itinerario classificato «molto difficile», per cui sono necessarie circa otto ore di scalata. I tre sono alpinisti esperti, con alle spalle complesse ascensioni sulle Alpi e in Patagonia. Dopo varie ore di arrampicata su un terreno misto ghiaccio-roccia, domenica sera sono arrivati sulla cima. Per la notte hanno bivaccato poco più in basso, a 3.900 metri, in una buca nella neve.

Il giorno dopo è arrivato il maltempo, con neve e visibilità ridotta. Hanno cercato di scendere dal versante nord, lungo la più «agevole» via normale, poi sembra che siano tornati sui propri passi e abbiano optato per la parete sud. L'ultimo contatto risale a lunedì pomeriggio.

Poco dopo le 17 Damiano Barabino ha telefonato al padre a Genova per dare l'allarme. Subito allertato, il Peloton d'haute montagne di Briancon ha tentato di salire a piedi lungo il ghiacciaio, ma con esito negativo. «Abbiamo provato più volte a ricontattarli - sottolineano i gendarmi francesi - ma i telefoni sono muti, probabilmente scarichi».

L'intensa nevicata ha sovraccaricato i pendii, con un elevato pericolo di valanghe in tutta l'area che rallenta le operazioni di ricerca. «Purtroppo le previsioni danno neve fino a giovedì - aggiungono i soccorritori - con temperature percepite di parecchi gradi sotto lo zero». La speranza è che i tre siano riusciti a ripararsi dalle intemperie in una buca nella neve o tra le rocce. La Gendarmerie esclude che siano arrivati in qualche bivacco della zona. Le ricerche, sospese nel tardo pomeriggio di martedì, riprenderanno mercoledì mattina: le guide - meteo permettendo - saliranno con le motoslitte al rifugio Cezanne e tenteranno di avvicinarsi alla parete. «Le condizioni della montagna sono proibitive - commenta Nicolas Colombani, capo del Peloton d'haute montagne - e più passa il tempo e più scendono le speranze di riuscire a salvarli».

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