I tre alpinisti dispersi in Francia
Svanisce anche l'ennesima speranza

La speranza dei soccorritori era di trovare i tre alpinisti presso un capanno situato a quota 2.410 metri, impossible da raggiungere a piedi a causa dell'elevatissimo pericolo di valanghe. Invece i voli di ricognizione in elicottero non hanno sortito risultati.

«Il pilota dell'elicottero riferisce di non aver avvistato segni di passaggio né lungo la presunta via di discesa, né nella zona del bivacco invernale». È questo il laconico comunicato dei responsabili del soccorso alpino francese che sembra segnare un irreversibile spartiacque tra le speranze di ritrovare i tre alpinisti italiani dispersi sulle Alpi francesi e l'oggettiva drammaticità dei fatti.

La speranza dei soccorritori era di trovare i tre alpinisti presso un capanno situato a quota 2.410 metri, impossible da raggiungere a piedi a causa dell'elevatissimo pericolo di valanghe.

Invece i voli di ricognizione in elicottero non hanno sortito risultati: «non abbiamo trovato nulla, né nel capanno né lungo i sentieri segnati per la discesa», ha riferito il pilota del velivolo, Bruno Berjat.

L'abbassamento delle nuvole al di sotto de tremila metri aveva reso impossibile continuare le ricognizioni con l'elicottero dei tre alpinisti italiani - Francesco Cantù, Luca Gaggianese e Damiano Barabino, i primi due bergamaschio d'azione, il terzo genovese  - dispersi ormai dal pomeriggio di lunedì 26 novembre. L'elicottero è rientrato alla base a mezzogiorno e le ricerche sono state sospese, almeno temporaneamente.

Di loro, dunque, ancora nessuna traccia. A mezzogiorno, il maltempo aveva così nuovamente fermato le ricerche: le nuvole si sono abbassate a quota 3000 metri rendendo impossibile perlustrare la zona con gli elicotteri. In mattinata erano effettate una serie di ricognizioni aeree nella zona del bivacco invernale Temple Ecrins e su tutta l'area a sud-ovest del monte Barre degli Ecrins, ma senza risultato.

Alle 10 cielo era limpido e il vento era sceso sul massiccio di Ecrins. Gli elicotteri si erano alzati in volo per cercare i tre alpinisti dispersi da lunedì mattina sulle alpi francesi. Sono ormai cinque giorni i giorni che i tre sono dispersi senza attrezzatura adatta a bivaccare all'aperto e le speranze si riducono ormai al lumicino.

La giornata di venerdì era iniziata, in Francia, con un vertice per organizzare le ricerche dei tre alpinisti italiani dispersi. Da sei giorni sono sulla Barre des Ecrins nelle Hautes-Alpes, e da cinque giorni di loro non si hanno notizie.

Nel vertice a Briançon, iniziato alle 8, era stata annunciata la ripresa delle ricerche. Alle 9 un'equipe di soccorritori era arrivata all'elistazione e ha preso posto sull'elicottero EC-145. Fortunatamente il cielo è libero da nuvole e il vento ha smesso di soffiare forte come nei giorni passati. A mezzogiorno, ricerche sospese.

Purtroppo nessuna traccia è stata finora trovata di Francesco Cantù, già medico agli Ospedali Riuniti, di Luca Gaggianese, istruttore Cai anch'egli legato a Bergamo per aver lavorato al lungo al Cesvi e del genovese Damiano Barabino.

Purtroppo il meteo francese prevede per tutta la giornata di venerdì un crollo dello zero termico a 400 metri. Per l'alto rischio valanghe non sono previste partenze di squadre di ricerca a piedi.

Considerato che i tre alpinisti non disponevano di equipaggiamento per bivacco, tanto meno in condizioni invernali così estreme, la situazione a questo punto è molto critica. Per il comandante del Peloton d'haute montagne di Briancon, Nicolas Colombani, «le possibilità di salvezza dei tre sono legate alle decisioni che hanno preso».

La giornata di giovedì
Giovedì, poco prima delle 17, il sole se n'era già andato: il buio aveva inghiottito velocemente le montagne. A Briançon la terza giornata di ricerche era trascorsa dai soccorritori sul Dome des Ecrins senza alcuna novità. Nemmeno gli elicotteri sono riusciti infatti a individuare i tre alpinisti italiani dispersi da lunedì sul massiccio delle Alpi del Delfinato francese.

Poco dopo le 17,30 anche l'ultimo dei tre mezzi che, a partire dal mattino, si sono alzati in volo - sfidando un meteo migliorato sì, ma comunque caratterizzato dal forte vento con raffiche fino ai 70 chilometri orari - è tornato alla base.

«Le ricerche condotte oggi hanno avuto esito negativo», annunciano gli uomini del Peleton d'haute montagne di Briançon, con un linguaggio secco ma eloquente. Di ora in ora, ovviamente, le possibilità di ritrovare vivi gli scalatori diminuiscono e i toni vanno di pari passo.
 
L'unico appiglio resta quello a cui ci si aggrappava anche mercoledì: e cioè che i tre, seguendo i consigli della cordata che li precedeva, abbiano deciso di rientrare dal versante meridionale, quello affrontato in salita, lungo il ghiaccio della Pilatte, raggiungendo in questo modo il rifugio Temple Ecrins a quota 2.484.

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