Ricordo di Vittorio Marinelli
Maestro di sci e anche di vita

«Ricorre, nei prossimi giorni, il "trigesimo" della scomparsa di Vittorio Marinelli, il maestro di sci Comundunese di Albino recentemente e improvvisamente venuto a mancare. È doveroso un ricordo per un particolare maestro, oltre che allenatore e preparatore di tanti atleti di sci, per un'attività svolta all'insegna di tanta professionalità ed umanità.

«Spesso, la professione del maestro di sci appare come un'attività in cui il rapporto maestro-allievo è limitata all'insegnamento dei "fondamentali" e al divertimento sulle piste da sci (e non), non sottolineando, invece, come in tantissimi casi, per poter esaltare le doti tecniche di tantissimi atleti sia più importante, oltre che la tecnica il rapporto umano, la stima, la carica psicologica per affrontare un evento agonistico».

«Vittorio Marinelli è stato un maestro di vita, prima che un maestro di sci in cui il rapporto umano è stato l'ingrediente con il quale tanti ragazzi, hanno sciato e diversi di loro divenuti veri campioni: Ivano Camozzi, Efrem Merelli, Barbara Milani, Lisa Seghi, Alberto Tondi e ancora in età infantile Michela Azzola che da pochissimo si è presentata ai cancelletti delle gare di coppa del mondo con risultati veramente lusinghieri».

«Vittorio Marinelli è diventato maestro di sci nel 1971 in quel di Bardonecchia (in compagnia di un altro noto maestro di sci comendunese, Lino Berera); da quella data in poi, lo sci è stata la sua attività principale insegnando ed allenando tanti atleti. Lo ricordiamo, ai primi periodi di insegnamento alla scuola del Monte Poieto, poi a Livigno».

«È stato allenatore dello sci club di Orezzo e poi per tantissimi anni allo sci club Solaris ed allo sci club Sottozero dell'Abetone. Insegnava, preparava gli attrezzi, rimproverava i ragazzi, li incitava al momento opportuno; per lui sciare su una lastra di ghiaccio oppure nella neve pesante, era un continuo banco di prova per approfondire e collaudare le diverse tecniche da utilizzare per la discesa».

«Marinelli, nonostante il carattere introverso, ha seminato tanto calore umano e la dimostrazione si è avuta nella cerimonia religiosa di addio dove è stata innumerevole la presenza e la testimonianza di allievi, istruttori e maestri di sci in particolar modo lo sci club Sottozero dell'Abetone, colmando l'atmosfera di commozione per un uomo speciale di cui tanti ragazzi sciatori porteranno il suo ricordo nel cuore.

V. B.

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