Il 73enne fu già condannato per molestie
ma grazie a 2 indulti non scontò la pena

Il pensionato di 73 anni arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di violenza sessuale su due sorelline di 9 e 11 anni della Bassa, nel 1990 era stato condannato per molestie sessuali su minore.


Il pensionato di 73 anni arrestato nei giorni scorsi con l'accusa di violenza sessuale su due sorelline di 9 e 11 anni della Bassa, nel 1990 era stato condannato per molestie sessuali su minore. Inferiore ai tre anni la pena rimediata e, in virtù di due indulti, l'uomo non ha mai fatto un giorno di detenzione in carcere per espiare la punizione (in pratica, la cella l'ha conosciuta, come sta accadendo in questi giorni, soltanto come misura cautelare).

Ad accusarlo era una ragazzina oggi quarantanovenne. Il primo episodio di abusi la minorenne l'avrebbe subito nel 1974, a 10 anni. L'uomo finì in cella, ma poi fu scarcerato e il caso archiviato, perché una perizia medica smentì la versione fornita dalla bambina. Nel 1978 nuovo episodio nei confronti della stessa ragazza. Scattò l'arresto e stavolta si arrivò al processo. Due le accuse di cui l'uomo doveva rispondere: violenza sessuale e molestie sessuali su minore (all'epoca i due reati erano ancora scissi e non contemplati da uno stesso articolo di legge). Dal primo l'imputato fu prosciolto, per il secondo rimediò una condanna inferiore ai tre anni.

L'iter processuale fu travagliato e a una sentenza definitiva si giunse solo nel 1990. Successe infatti che in primo grado l'uomo fu condannato da irreperibile. La corte d'appello stabilì invece che l'irreperibilità non dipendeva dall'imputato, ma da una notifica ritenuta non valida. Dunque, gli atti furono ritrasmessi al tribunale di Bergamo e da lì riparti il processo per arrivare a una condanna rimodulata.

«Sia quello dell'epoca che quello contestato in questi giorni sono entrambi episodi con una partenza non lineare», sostiene l'avvocato difensore Raffaella Sonzogni.

L'uomo si trova ancora in carcere, in attesa della relazione medica in base alla quale il gip Raffaella Mascarino possa esprimersi su un'eventuale misura alternativa. La difesa ha infatti invocato gli arresti domiciliari in ragione delle gravi patologie cardiache di cui soffre l'uomo. Il pm Gianluigi Dettori si è invece pronunciato a sfavore di qualsiasi soluzione che non sia il carcere.
Gli episodi contestati, secondo l'accusa, sarebbero accaduti in due distinti periodi: nel 2009 e nel 2012, sia nell'abitazione delle sorelline che nella baita della Valle Brembana dove vive il settantatreenne.

L'uomo, che è un amico della famiglia delle presunte vittime, respinge le accuse. Nel registro degli indagati, per omesso controllo su minori, sono finiti anche i genitori delle due bambine.

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