Biesuz si dimette da ad di Trenord
Il Pm ne aveva chiesto il carcere

Giuseppe Biesuz, da ieri agli arresti domiciliari con l'accusa di bancarotta per la società Urban Screen, si è dimesso da amministratore delegato di Trenord, il cui cda oggi ne ha preso atto.

Giuseppe Biesuz, da ieri agli arresti domiciliari con l'accusa di bancarotta per la società Urban Screen, si è dimesso da amministratore delegato di Trenord, il cui cda oggi ne ha preso atto. Lo spiega Trenord precisando che "nell'attesa di nominare in tempi molto brevi" un nuovo ad, il Consiglio ha nominato una task force per risolvere "nel più breve tempo possibile" i problemi di gestione del software di programmazione dei turni del personale che in questi giorni stanno creando disagi ai viaggiatori.

Per Giuseppe Biesuz, la procura di Milano aveva chiesto la misura cautelare in carcere, mentre il Gip Vincenzo Tutinelli ha scelto gli arresti domicilari. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dalla societa' guidata da Biesuz prima di passare in Trenord, sarebbero stati distratti fondi attraverso il pagamento a societa' riconducibili allo stesso Biesuz (Cattaneo presse e Pagaia) per operazioni considerate inesistenti. Pagaia in particolare e' una societa' della moglie di Biesuz.

Tra le spese effettuate dalla Urban Screen vengono riportati 4.500 euro per una cena elettorale di An il 28 settembre 2007, la concessione di spazi pubblicitari per Maurizio Cadeo, ex assessore del Comune di Milano, per 18mila euro, 15mila euro per il comitato elettorale di Marco Mariani (Forza Italia) versati il 15 ottobre 2007. Inoltre sarebbero stati pagati 39mila euro come compensi a Fabio Castellozzi, dipendente del Comune di Milano per prestazioni lavorative, secondo gli inquirenti, mai fornite in favore di Urban Screen. Tra le altre spese, che avrebbero contribuito a cagionare il dissesto della societa', vengono indicati 24mila spesi per il noleggio di auto e 22mila euro per spese personali dello stesso Biesuz. Secondo quanto indicato dal Gip, Biesuz "cagionava il fallimento societa' (Urban Screen, ndr) tramite la sistematica inosservanza degli obblighi sociali di natura fiscale e contributiva a fronte di uno stato di insolevenza manifestatosi gia' dalle primissime fasi di attivita' sociale" e "finanziava la prosecuzione dell'attivita' con sistematica omisisone del pagamento delle imposte di ritenute fiscali e contributi previdenziali generando un debito verso erario di 110.048,79 euro e verso enti previdenziali per 132.246,17 euro".

Biesuz avrebbe anche assunto "impegni economici senza causa o non giustificati dalla situazione economica" della societa'. A tal proposito viene indicato un epidodio del 10 aprile 2008, quando stipula una "seconda convenzione con Arengario societa' consortile" in cambio del "15 per cento del fatturato relativo a pubblicita' con un minimo di 70mila euro mensili". Inoltre, i magistrati indicano una operazione che Biesuz avrebbe condotto in conflitto di interessi tra la Urban Screen e Trenord, societa' di cui diventa ad nel luglio 2008, tra quelle che hanno contribuito al dissesto di Urban Screen. E a questa operazione si lega anche il "giallo" sulle sue dimissioni dalla societa' poi dichiarata fallita e quella di cui e' ancora ai vertici. Urban Screen era in trattativa - giudicata avanzata dagli inquirenti - con Trenord per allestire un maxischermo alla stadione Cadorna di Milano. La trattativa e' stata fatta saltare da Biesuz, cagionando un danno alle casse di Urban Screen. E poi Biesuz e' passato a guidare proprio Trenord. Il giallo delle dimissioni riguarda il fatto che il manager diventa ad di Trenord il 4 luglio 2008, le sue dimissioni da Urban Screen sarebbero emerse a ottobre 2008 ma firmate prima dell'estate dello stesso anno. Tuttavia, da mail ritrovate dai magistrati Biesuz avrebbe continuato ad amministrare Urban Screen anche dopo aver accettato l'incarico nella societa' ferroviaria. Alla luce degli episodi elencati, secondo il Gip, "la reiterazione delle condotte porta a una valutazione assolutamente negativa della personalita' dell'indagato" con il "pericolo di reiterazione di altre condotte violente similari".

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