C'è un problema? Risponde il 5090
Contorto arrivare al nuovo ospedale

Il Pronto soccorso non è ancora attivo, ma una centrale che gestisce le emergenze c'è già. Non risponde al 112, ma al 5090. Non ci sono camici bianchi, ma impiegate e impiegati che risolvono tutte le situazioni più «allarmanti».

Il Pronto soccorso non è ancora attivo, ma una centrale che gestisce le emergenze c'è già. Non risponde al 112, ma al 5090. Non ci sono camici bianchi, ma impiegate e impiegati che risolvono tutte le situazioni più «allarmanti».

È la centrale operativa del trasloco: un ufficio dove il telefono squilla continuamente per chiedere assistenza immediata su questioni tecniche. Qui non si interviene su ossa fratturate: di rotto ci sono solo le prese elettriche. La temperatura che si alza troppo non è quella corporea, ma quella dell'impianto di riscaldamento.

Le perdite non sono di sangue, ma dei rubinetti. Perché quando si ha a che fare con un trasloco nulla va mai come si vorrebbe: gli imprevisti sono all'ordine del giorno e quindi la macchina organizzativa del Papa Giovanni XXIII ha previsto anche questa sorta di «pronto soccorso tecnico» in cui infermieri e i medici sono addetti e manutentori.

Gli interventi più frequenti?: «Prese elettriche che non funzionano - spiega una delle operatrici -, porte che strisciano o la temperatura diversa in stanze vicine. Ma c'è anche chi domanda la duplicazione delle chiavi perché probabilmente le tre che sono previste non bastano».

È un gigante, un colosso che non passa inosservato. Il Papa Giovanni XXIII impera sulla collinetta della Trucca ma, nonostante la posizione dominante, non è facile da raggiungere. Perché di segnaletica attorno non ce n'è proprio.

Pazienti e visitatori si sono trovati a girare e rigirare, come anche un'ambulanza e un mezzo della Protezione civile. Immaginandoci utenti della struttura, dunque, mettiamo al microscopio l'area circostante e proviamo ad arrivare in via Martin Luther King dalle diverse arterie.

Prendendo la tangenziale, il cartellone dell'uscita di Longuelo non accenna alla presenza dell'ospedale, né con il nome né con la tradizionale croce. Regola stradale vuole che, se non ci sono indicazioni, si proceda diritto. Ma nonostante ciò imbocchiamo lo svincolo per il quartiere cittadino (solo perché «si sa» che è quello giusto). Sul rettilineo per la Briantea non si incontra ancora nessuna precisazione, nemmeno alla rotonda «anticamera» dei parcheggi posteriori del Papa Giovanni.

Dunque, non trovando nulla, si va avanti per la strada principale. Finalmente, poco prima della rotatoria di Longuelo, compare la scritta «Ospedale» verso destra. Seguiamo. Giunti all'incrocio della Motorizzazione, un'altra freccia manda prima diritto, poi a sinistra. Proviamo. Fidandoci di questa e delle altre indicazioni si arriva sì all'ospedale: ma è quello vecchio. La stessa cosa accade se il tragitto inizia da via Carducci. Le croci di colore rosse portano tutti a largo Barozzi, ai Riuniti. Ammettendo di essere giunti al nuovo ospedale – che non è evidenziato nemmeno da un'insegna – l'orientamento non migliora.

Leggi le quattro pagine dedicate all'argomento su L'Eco di lunedì 17 dicembre

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