Vallanzasca lavora a Milano:
controlla e gioca le schedine

Renato Vallanzasca, condannato a 4 ergastoli e 290 anni di carcere, tuttora detenuto in regime di semilibertà nel carcere di Bollate, dal 1° dicembre lavora nella più antica ricevitoria d'Italia, nel centro di Milano. Lo rivela il settimanale Oggi.

Renato Vallanzasca, condannato a 4 ergastoli e 290 anni di carcere, tuttora detenuto in regime di semilibertà nel carcere di Bollate, dal 1° dicembre lavora nella più antica ricevitoria d'Italia, nel centro di Milano. Lo rivela il settimanale Oggi.

Nel numero in edicola mercoledì (anche su www.oggi.it) mostra il «Bel René» mentre, preciso, attento e velocissimo, controlla le schedine e procede alle giocate. Salvo ritagliarsi qualche minuto per una solitaria pausa pranzo in una pizzeria della zona.

Al cronista di Oggi, l'ex bandito della Comasina, da 38 anni in carcere, si rivolge con molta cortesia e pochissime parole: «È un bel posto, non voglio perderlo. Le chiedo di non farmi domande. Se parlo mi cacciano. Mi è già capitato. Non posso più permettermelo».

Vallanzasca, che in passato si è più volte rivolto ai giovani chiedendo di non essere in nessun modo mitizzato o imitato, nel marzo 2010 aveva lavorato in una pelletteria, poi in una ditta informatica, infine, nell'estate scorsa, in una boutique di Sarnico, sul lago d'Iseo.

Impiego quest'ultimo che aveva perso a causa delle polemiche suscitate dalla sua presenza in provincia di Bergamo, a poca distanza da Dalmine, dove nel 1977 in un conflitto a fuoco furono uccisi due poliziotti.

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