«Nemmeno i soldi per le strisce»
Provincia, amaro cin cin di Pirovano

I panettoni, così come tutto il rinfresco organizzato dalla Provincia di Bergamo per il tradizionale saluto di fine anno con la stampa, è fatto in casa, dai i ragazzi dell'Abs. Con un Pirovano scatenato che si toglie qualche sassolino dalle scarpe.

Prima di tutto si metta in chiaro una cosa: i panettoni, così come tutto il rinfresco organizzato dalla Provincia di Bergamo per il tradizionale saluto di fine anno con la stampa, è fatto in casa, dai i ragazzi dell'Abs, scuola professionale di via Gleno di proprietà di via Tasso.

E così, se il sindaco di Bergamo compra di tasca propria pandoro e torrone, anche in Provincia si organizzano, con il presidente Ettore Pirovano che, come da sua abitudine, si libera di un po' di sassolini dalle scarpe. «Le province sono salve - ha detto -, almeno per il prossimo anno. La tragedia è rinviata, ma non dobbiamo abbassare la guardia e speriamo di riuscire a garantire la normalità almeno per il 2013: il rischio era il caos totale a partire dal 1° gennaio».

Ma la normalità è una normalità risicata anche in via Tasso: «Perderemo finanziamenti, 17 milioni sulle spese correnti e questo significa servizi in meno». Pirovano non ha peli sulla lingua e lo dice senza giri di parole: «Questo governo tecnico è un gran bordello - commenta -, con una volontà schizzofrenica di risolvere tutto e subito. Si è creato un ingorgo totale, con decreti che dovevano essere convertiti e non sono stati convertiti e decreti rinviati che non sono stati rinviati. E questo senza alcuna capacità di controllo».

Anche le strisce delle strade finiscono sotto il bulldozer della spending review. Ettore Pirovano lo dice a denti stretti. «L'altra sera tornavo da Gromo a casa, nella Bassa, e le strade erano piene di buche, non ci sono più neppure le righe. E non riusciamo a intervenire, a farle dove mancano...».

Il cin cin di Natale rischia di andare di traverso in Via Tasso. «Abbiamo 98 milioni a Roma, in Tesoreria nazionale, che non ci fanno spendere. Abbiamo 40 milioni di debiti con le imprese, che non possiamo pagare. Nel 2013 avremo altri 17 milioni di tagli, e non sappiamo da dove iniziare. Se non rivedono il patto di stabilità, non possiamo fare di più...». Cin cin.

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