Sì alla combustione della legna
Ma solo per gli impianti efficienti

«Sì alla combustione della legna, ma solo se gli impianti sono efficienti». Lo afferma l'assessore all'Ambiente di Regione Lombardia, Salvemini, che vuole a far chiarezza sulle disposizioni in materia. Divieto solo per impianti con rendimento inferiore al 63%.

«Il divieto imposto da Regione Lombardia, che dal 15 ottobre al 15 aprile vieta la combustione della legna al di sotto dei 300 metri di altitudine è motivato e deve essere ben spiegato». Lo afferma l'assessore all'Ambiente, Energia e Reti di Regione Lombardia Leonardo Salvemini, che mira a far chiarezza sulle disposizioni in materia, in seguito alle polemiche dei giorni scorsi apparse sulla stampa.

NO A CAMINI E STUFE POCO EFFICIENTI
Anche quest'anno - spiega Salvemini - come ormai da tempo avviene sul nostro territorio, lo scorso 15 ottobre sono entrati in vigore i limiti imposti dalla delibera 7635 del luglio 2008 e confermati con la delibera
9958 del 2009.

Il divieto di accensione riguarda stufe e camini che funzionano a biomassa (quindi legno vergine o scarti di legno che non hanno subito alcun tipo di trattamento) e che hanno un rendimento inferiore al 63 per cento.

Chiaramente - precisa l'assessore - se la combustione della legna è l'unico sistema di riscaldamento presente nell'abitazione il divieto non vale.

Camini e stufe vecchie e poco efficienti spente, dunque, sotto i 300 metri, dove il particolare fenomeno termo-climatico del nostro territorio crea una sorta di tappo, che non consente il ricambio d'aria, con la conseguenza che tutto ciò che viene immesso nell'atmosfera sotto quell'altezza non si disperde.

EMISSIONI DANNOSE
Le emissioni derivanti dalla combustione della legna in ambito domestico, con particolare riferimento alle polveri sottili primarie, hanno raggiunto ormai in Lombardia gli stessi quantitativi di quelle emesse dalla combustione del diesel.

«Un dato preoccupante, che coglie di sorpresa, ma che non si può ignorare - continua Salvemini -. Ecco perché mi rivolgo alla responsabilità del singolo, affinché intervenga sui propri impianti e li renda efficienti dal punto di vista energetico».

«Nessuno vuole spegnere il camino o rovinare l'atmosfera che la fiamma accesa regala alle nostre case - evidenzia l'assessore - ma occorre una presa di coscienza, affinché si trovino soluzioni sostenibili».

Sebbene, infatti, la combustione della legna in ambito domestico contribuisca per non più del 7-8 per cento sul calore prodotto, rimane uno dei problemi principali per il risanamento della qualità dell'aria, sia per il PM10 che per altri composti tossicologicamente rilevanti quali in Benzo(a)Pirene e le diossine.

PIANO REGIONALE QUALITÀ ARIA
Di legna e combustione delle biomasse si parla in maniera diffusa anche nel Pria, il Piano regionale degli interventi per la qualità dell'aria, che è stato approvato ai primi di novembre dalla Giunta e che vedrà la luce, terminato il percorso di Vas (Valutazione ambientale strategica), la prossima primavera.

«Una delle 91 misure strutturali contenute nel piano - ricorda Salvemini - riguarda la legna e l'obiettivo, una volta approvato definitivamente il Pria, è di regolamentare in modo più ampio gli impianti domestici a biomassa legnosa, destinati al riscaldamento, in modo da ridurre l'impatto delle loro emissioni sulla qualità dell'aria. Sì alla combustione della legna dunque, ma solo se gli impianti sono efficienti».

«Fino al 7 gennaio - conclude l'assessore - sul sito www.statigeneralidellaria.it sarà possibile inviare osservazioni e proposte sul Piano, che verranno prese in considerazione per la stesura definitiva del testo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA