Il progettista del Papa Giovanni
«Opera d'eccellenza da difendere»

Dice di non aver voluto rispondere prima a chi faceva «critiche inopportune» ma adesso che il nuovo ospedale è finito Vito Squicciarini, direttore generale del Consorzio Snob, si toglie qualche sassolino dalle scarpe parlando ai microfoni di Bergamo Tv.

Dice di non aver voluto rispondere prima a chi faceva «critiche inopportune» ma adesso che il nuovo ospedale è finito ed è entrato in funzione Vito Squicciarini, direttore generale del Consorzio Snob (che si è occupato della progettazione e direzione lavori del Papa Giovanni XXIII), si toglie qualche sassolino dalle scarpe parlando ai microfoni di Bergamo Tv.

«Essere riusciti a completare l'opera ci gratifica molto a livello personale e professionale, ospedali come questo si fanno una volta nella vita. Resta l'amarezza per alcune critiche eccessive, che ci hanno causato disagi anche gravi. Le banche, ad esempio, si sono allarmate e ci hanno dimezzato gli affidamenti. Abbiamo realizzato un'opera unica nel suo genere con i fondi dello Stato e quindi della comunità italiana, le critiche costruttive sono bene accette ma quelle fini a se stesse creano solo discredito. In queste settimane il nuovo ospedale è stato visitato da delegazioni cinesi, irachene, indiane; la comunità bergamasca deve gelosamente difendere quest'opera d'eccellenza».

Un'opera giunta a destinazione con due anni di ritardo. Era prevedibile, e magari evitabile, questa lunga attesa? «Difficile dirlo – risponde Squicciarini –. Vanno considerate le cinque varianti migliorative e non si può escludere che i tempi di consegna inizialmente previsti per un'opera così impegnativa fossero sbagliati. Non potevamo rischiare di arrivare alla meta con un ospedale già vecchio. Ci hanno chiesto un ospedale di riferimento per tutta Italia, con la più alta tecnologia esistente, una scelta che comporta lavori diversi e tempi di realizzazione difficili da stimare».

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