Il 2012, Tentorio e Pirovano
La parola d'ordine: resistere

Nonostante l'annus horribilis degli enti locali, che alle casse di Palafrizzoni è costato 12 milioni di euro in tagli, Franco Tentorio mantiene la sua proverbiale fiducia.Il presidente della Provincia è preoccupato: dobbiamo pagare le nostre imprese.

«Sono ottimista di natura e continuo a esserlo». Nonostante l'annus horribilis degli enti locali, quello finito sotto la scure del ticket virtuale Monti-Tremonti che alle casse di Palafrizzoni è costato 12 milioni di euro in tagli, Franco Tentorio mantiene la sua proverbiale fiducia.

Tracciando il bilancio degli ultimi dodici mesi la parola ottimismo ricorre spesso, una specie di mantra alla Tonino Guerra («l'ottimismo è il profumo della vita»), per ribadire la convinzione che «alla fine i bergamaschi e l'amministrazione sapranno reagire alle difficoltà riconfermando i loro tradizionali valori: famiglia, lavoro e volontariato».

Eppure, se proprio qualcosa di cui preoccuparsi bisogna trovare per il 2013, il primo cittadino guarda alla situazione politica e in particolare alle manovre sul versante di casa, quelle nel centrodestra che dal livello regionale potrebbero avere riflessi anche sul piano locale. Rimpianti? Almeno uno c'è: la scuola di Magistratura. «Di fronte a quello che considero un vero e proprio tradimento offensivo per la città e indegno di un ministro avrei voluto essere più incisivo»

«Il 2012? È stato un anno difficile». Ettore Pirovano lo liquida in poche parole. «Noi tutto quello che potevamo fare con le risorse a disposizione lo abbiamo fatto, pur nella confusione, purtroppo non ancora finita, che ha investito l'istituzione Provincia».

Tra spending review, tagli, Province cancellate e Giunte azzerate (salvo poi congelare tutto), non c'è stato di che annoiarsi in questi dodici mesi. Su cosa ha fatto e non avrebbe voluto fare, il presidente della Provincia non ha dubbi: «Non abbiamo pagato le nostre imprese e questo mi è pesato parecchio. Abbiamo 40 milioni di debiti e 98 milioni in Tesoreria nazionale, a Roma. I soldi li abbiamo, ma non ce li fanno spendere».

Tutto su L'Eco di Bergamo del 30 dicembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA