L'effimera arte di body painting
Tra i migliori c'è Marco Licata

Opere d'arte che vivono lo spazio d'una giornata, immortalate dal lampo dei flash e catturate dalle riprese video, ma destinate a scomparire sotto i getti d'acqua della prima doccia. È il destino effimero del body painting, arte del bergamasco Marco Licata.

Opere d'arte che vivono lo spazio d'una giornata, immortalate dal lampo dei flash e catturate dalle riprese video, ma destinate a scomparire sotto i getti d'acqua della prima doccia. È il destino effimero del body painting, forma d'arte spettacolare che si sta conquistando una platea sempre più vasta di appassionati. Ogni anno artisti e creativi da tutto il mondo si danno appuntamento in Austria per sfidarsi a colpi di colore e fantasia. E da oltre sei anni compare il nome di Marco Licata ai vertici delle classifiche del festival internazionale. Licata, 38 anni, abita a Terno d'Isola ed è uno degli alfieri italiani nella tecnica della pittura con l'aerografo, tanto da essere entrato alla corte di Hans Rudolf Giger, l'artista svizzero noto per avere creato le inquietanti fisionomie dell'Alien di Ridley Scott.

«La passione per l'aerografo mi è venuta quando ero ancora uno studente di liceo a Bergamo - racconta Licata - un amico mi aveva detto che la copertina di un disco dei Megadeath era stata realizzata con questa tecnica. Il realismo era tale che sembrava una foto, e in verità era una foto ritoccata, però con l'entusiasmo del neofita mi sono buttato a capofitto per cercare di imitare quegli splendidi effetti. Dopo l'Università - mi sono laureato in disegno industriale a Milano - ho vissuto per tre anni all'estero: a Dublino e poi a Berlino. E proprio in Germania sono venuto in contatto con l'Airbrush club, un ambiente molto creativo che raduna alcuni dei maestri di questa tecnica e che mi ha permesso di imparare molto».

La particolarità dell'aerografo è che non tocca la superficie disegnata, il colore viene soffiato da un compressore attraverso un ago sottile ed è il disegnatore a controllarne l'emissione. Nessun contatto quindi, l'abilità sta nella sensibilità di chi realizza l'immagine per offrire sfumature e profondità tridimensionali tali da catturare l'occhio dello spettatore. «Il mio incontro con il body painting è stato casuale - racconta Licata -. Un'amica dell'Airbrush club mi invitato a Seeboden per fare da traduttore visto che alcuni italiani partecipavano al festival. L'iniziativa mi è piaciuta e ho deciso di partecipare mettendomi alla prova: la prima volta mi sono classificato al 19° posto e un po' alla volta sono arrivati i risultati».

Il World BodyPainting festival in Austria raccoglie artisti da oltre 40 Paesi e viene sponsorizzato da colossi come Nikon e Coca Cola. La gara prende le mosse da un tema generale interpretato in tre categorie - aerografo, pennello e spugna ed effetti speciali (quest'ultima consente ampia libertà nell'uso di maschere, trucchi ed extension) - e si svolge in due round con una selezione per le finali. Licata nel corso degli anni ha dipinto le sue modelle proponendo disegni con espliciti riferimenti al surrealismo: una roccia volante di Magritte, elefanti a zampe lunghe presi in prestito da Dalì e le mappe del Codice da Vinci che si srotolano rivelando simboli e progetti. Con queste proposte suggestive si è piazzato al settimo e poi al quinto posto, fino a salire sul terzo gradino del podio nel 2010.

«L'aspetto intrigante del body painting - afferma Licata - è che devi interpretare il disegno che hai immaginato su una superficie curva come il corpo, la sfida consiste nell'offrire un risultato armonico ma allo stesso tempo spettacolare. Le modelle dipinte infatti posano per i fotografi che a loro volta vengono premiati per i migliori scatti. Si tratta insomma di un vero "evento artistico" che nasce dalla relazione con il pubblico ed è unico e irripetibile per chi assiste». Forte di questi lusinghieri risultati Licata è spesso protagonista di happening e manifestazioni, anche in Italia dove è nella giuria al festival nazionale dei corpi dipinti che si tiene a Bardolino, sul lago di Garda. Ma la collaborazione più significativa è quella che dal 2008 lo porta in Svizzera, all'H. R. Giger museum di Gruyeres. Qui è stato invitato per realizzare speciali body painting sui temi biomeccanici che hanno reso noto nel mondo il nome di Giger. Licata però non si limita a dipingere e ricreare corpi, anche la sua produzione su tela ha riscosso consensi: atmosfere dark e gotiche dove si stagliano simbologie, incubi e gesti di forte impatto emotivo. «Sono immagini che fanno parte di una ricerca interiore che penso appartenga a ognuno di noi e che mi spinge ad affrontare sempre nuovi linguaggi e tecniche. Mi sono avvicinato al fumetto - rivela - e in questo periodo mi sto impratichendo con le tecniche del tatuaggio». Ancora aghi e colore per Licata, ma stavolta la sua fantasia lascerà il segno.

Gianlorenzo Barollo

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