I conti correnti di Marcello Moro
Il Riesame conferma il sequestro

Rimangono sotto sequestro i conti correnti dell'ex assessore Marcello Moro. Lo hanno stabilito i giudici del Riesame accogliendo la tesi del pm Mancusi per i quale il 2° mandato come presidente del Consorzio sarebbe stato ottenuto senza tutti gli indispensabili requisiti.

Rimangono sotto sequestro i conti correnti dell'ex assessore Marcello Moro. Lo hanno stabilito i giudici del Tribunale del Riesame. La questione era stata discussa giovedì 3 gennaio davanti al collegio presieduto dal giudice Valeria de Risi (a latere Federica Gaudino e Maria Luisa Mazzola), che avevano preso atto delle versioni di accusa e difesa (l'avvocato Nadia Germanà di Milano).

Secondo il pm Giancarlo Mancusi, che ha iscritto nel registro degli indagati l'ex assessore per corruzione, falso materiale in atto pubblico e truffa, e che il 10 dicembre ha ottenuto dal gip Giovanni Petillo il via libera per sequestrare i conti correnti (e più esattamente l'equivalente di 296 mila euro), il secondo mandato come presidente del Consorzio, da fine 2006, sarebbe stato ottenuto senza la presenza di tutti gli indispensabili requisiti: più nello specifico veniva richiesta all'aspirante presidente la qualifica di contribuente per poter essere eletto, vale a dire o il possesso di beni immobili nell'ambito di competenza del Consorzio oppure essere amministratori di società che, a loro volta, fossero in possesso di quegli immobili. Di fatto, secondo quanto emerso dagli accertamenti del pm tramite la Guardia di finanza, Moro avrebbe acquistato casa solo due anni dopo la nomina; sarebbe stato invece amministratore (presidente del consiglio di amministrazione) di una azienda agricola di Pognano, la Agricom International Srl: ruolo però, secondo gli inquirenti, privo di qualunque potere effettivo e, quindi, solo di facciata. Di qui la decisione di sequestrare l'equivalente di quanto indebitamente percepito: 275 mila euro di stipendio (da dicembre 2006 a luglio 2012) e 21 mila di rimborsi.

Ben diverso il parere del legale di Moro: la qualifica di amministratore, anche se privo di poteri, sarebbe del tutto sufficiente a garantire il rispetto del requisito richiesto e, di conseguenza, a garantire la bontà della nomina. Una volta accertata la correttezza dell'elezione, anche le retribuzioni e i rimborsi spese ottenuti nell'esercizio della carica sono legittimi guadagni e quindi, per l'avvocato, vanno dissequestrati e restituiti.

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