«Sono pentito, è stato un raptus»
La confessione del kosovaro al gip

Vilson Ramaj, il 32enne kosovaro, accusato di violenza sessuale su una 24enne, ha confessato - lunedì 14 gennaio - al gip Patrizia Ingrascì nell'interrogatorio di garanzia di essere pentito del suo gesto, causato da un raptus improvviso.

Vilson Ramaj, il 32enne kosovaro, accusato di violenza sessuale su una 24enne, ha confessato - lunedì 14 gennaio, al gip Patrizia Ingrascì nell'interrogatorio di garanzia - di essere pentito del suo gesto, causato da un raptus improvviso.

In un comunicato stampa, gli avvocati difensori Francesca Signorelli e Rita Duzioni fanno sapere che: «In data odierna è stato fissato e si è svolto presso la Questura di Bergamo l'interrogatorio di Ramaj Vilson, indagato per violenza sessuale. Il Ramay ha collaborato rispondendo a tutte le domande che gli sono state poste sia dal Giudice che dal P.M.; l'interrogatorio, durato meno di mezz'ora, ha permesso la ricostruzione di un episodio delittuoso che si è consumato in meno di due minuti e comunque senza "congiunzione carnale", circostanza confermata dalla parte offesa e dagli accertamenti sanitari».

«L'imputato - continuano i legali - si è dichiarato profondamente pentito per la sofferenza psicologica ed emotiva arrecata alla vittima e si è reso disponibile a riparare alla stessa, qualora la parte offesa vi acconsenta, mediante un percorso di giustizia ripartiva quale può essere la mediazione penale studiata ad hoc per le vittime di questo reato».

«Considerato che l'indagato è stato posto agli arresti domiciliari nella propria abitazione ove vive con la moglie e con due figlie in tenera età, una di 18 mesi e l'altra di 5 anni, e che i fatti occorsi la sera dell' 11 e del 12 gennaio hanno avuto forti ripercussioni soprattutto sulla bambina di 5 anni che ha riferito alla difesa "io non dormo più nella mia stanzetta perché ho paura delle luci", raccontando dettagliatamente quanto visto soprattutto la sera dell'11 gennaio, e che tutta la famiglia teme per la propria incolumità, si ritiene opportuno collocare la famiglia in altro luogo. Rendiamo pertanto noto - concludono i due legali - che siamo alla ricerca di una comunità che possa accoglierli».

Secondo quanto trapelato, il kosovaro avrebbe raccontato che quella sera, venerdì 4 gennaio, era in pausa dal lavoro (fa il facchino all'aeroporto di Orio), aveva mangiato e bevuto vino ed era in preda a una certa euforia. Salito in macchina, si era imbattuto nella 24enne, l'aveva aiutata a rialzarsi (secondo il kosovaro la ragazza era accovacciata tra due vetture e non sembrava lucida), ma - a contatto con lei - era stato colto da raptus, palpeggiandola al seno. Quando lei si era messa a gridare, lui si era fermato.

Il 32enne ha negato di avere palpeggiato la ragazza alle parti intime e di averle sfilato i collant, come invece sostiene la 24enne. Gi investigatori sono al lavoro per capire se c'è stata o meno violenza completa (la giovane, sotto choc in quel momento, non è in grado di ricordare).

Il kosovaro, incensurato e regolare in Italia, ha raccontato di essere profondamente pentito per il suo raptus e di non riuscire a guardare per la vergogna la moglie e le figlie.

Leggi di più su L'Eco in edicola martedì 15 gennaio

© RIPRODUZIONE RISERVATA