I domiciliari al kosovaro
Gelo fra Procura e Questura

Gelo tra la Procura e la Questura di Bergamo e conferenza stampa comune «saltata». Sarebbe l'ennesima conseguenza della decisione dei magistrati di concedere gli arresti domiciliari all'uomo arrestato per lo stupro commesso una decina di giorni fa nel centro di Bergamo.

Gelo tra la Procura e la Questura di Bergamo e conferenza stampa comune «saltata». Sarebbe l'ennesima conseguenza della decisione dei magistrati di concedere gli arresti domiciliari all'uomo arrestato per lo stupro commesso una decina di giorni fa nel centro di Bergamo. Che la polizia non fosse d'accordo con il modus operandi adottato dalla Procura nel corso della vicenda non era un mistero: prima sulla decisione di rimandare di alcuni giorni l'arresto dopo l'avvenuta identificazione (costringendo i poliziotti a fare gli straordinari per pedinare e sorvegliare il sospettato nell'arco delle 24 ore prima che arrivasse finalmente il via libera a intervenire), poi anche su quella di rimandarlo ai domiciliari tre ore dopo l'arresto.

I poliziotti hanno eseguito gli ordini con malcelato disappunto. Visto che però la decisione nei giorni successivi ha scatenato le proteste degli ultrà che si sono piazzati sotto la casa dell'arrestato con fumogeni e petardi, poi le critiche degli ambienti politici, degli amministratori e delle associazioni delle donne a livello locale ma anche nazionale, la Procura ha deciso di effettuare una conferenza stampa congiunta con il questore, in modo da spiegare il proprio punto di vista. Dalla Questura è però arrivato un secco no, che ha costretto la Procura a cancellare l'iniziativa.

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