Monti sempre più politico
«Ora servono riforme radicali»

Al Paese servono una serie di «riforme radicali», anche costituzionali come la riduzione del numero dei parlamentari. L'apertura ufficiale della campagna elettorale di Mario Monti, sul palco del Kilometro Rosso di Bergamo, è all'insegna del cambiamento.

Al Paese servono una serie di «riforme radicali», anche costituzionali come la riduzione del numero dei parlamentari. L'apertura ufficiale della campagna elettorale di Mario Monti, sul palco del Kilometro Rosso di Bergamo, è all'insegna del cambiamento.

Alla kermesse si sono alternati i candidati e sostenitori di Scelta Civica (fra gli altri Montezemolo e Riccardi). Il professore ha smesso definitivamente i panni del tecnico per indossare quelli di leader politico. Mostrando persino una commozione, parlando dei nipotini.

Lui ha iniziato scherzando: «Non vorrei che mi aveste preso per un politico...». Ma poi ammette che la passione ormai lo ha contagiato. Come un politico navigato sceglie di scaldare la platea con slogan, più che con proposte programmatiche.

Preferisce infatti volare alto, glissando sul merito delle misure; segno che il lavoro sul programma è ancora lontano dall'essere chiuso. Frena vistosamente, ad esempio, sulla riforma del lavoro, ridimensionando le indiscrezioni trapelate - probabilmente con lo zampino del professor Ichino - sulla stampa: «Nulla è stato ancora deciso», spiega Monti che fa capire come sul merito gli esperti della sua lista (cita Ichino, ma anche Bombassei e Cazzola), abbiano angolature diverse.

Anche sull'Imu Monti non svela la sua ricetta: conferma che una «ristrutturazione» è necessaria, ma non si pronuncia sulla proposta del Pd di rimodularla in favore delle fasce meno agiate: «Bisogna guardare al pacchetto fiscale nel suo complesso», sostiene.

Con il partito di Bersani, nonostante i buoni propositi dei due leader di non polemizzare direttamente, non mancano le scintille: al segretario del Pd non piace l'intervista concessa al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, in cui il professore lancia un appello a non «rimettere l'Italia nelle mani degli incapaci che l'hanno portata al novembre 2011». Un chiaro riferimento a Berlusconi, che infatti parla di «mascalzonata», accusando Monti di aver portato l'Italia sull'orlo del baratro.

Leggi tutto su L'Eco di Bergamo del 21 gennaio

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