Precipita dal 10° piano in Brasile
Mercoledì o giovedì rientra la salma

Potrebbe rientrare a Bergamo mercoledì 30 o giovedì 31 la salma di Nicola Fumagalli, il quarantenne di Città Alta morto sabato 26 gennaio a Brasilia, precipitato dalla finestra della camera d'albergo in cui alloggiava.

Potrebbe rientrare a Bergamo mercoledì 30 o giovedì 31 la salma di Nicola Fumagalli, il quarantenne di Città Alta morto sabato 26 gennaio a Brasilia, precipitato dalla finestra della camera d'albergo in cui alloggiava.

L'Ambasciata italiana a Brasilia sta sbrigando le pratiche per il rientro del feretro. E questo lascia intendere che tutti gli accertamenti per fare chiarezza sulla morte dell'uomo siano stati compiuti all'Istituto di medicina legale della capitale, dove il corpo del massaggiatore bergamasco è stato portato nelle ore successive al ritrovamento. La disgrazia non avrebbe avuto testimoni.

«È stata una disgrazia» ha reso noto l'ambasciata italiana. A fornire qualche notizia in più è stata la polizia civile brasiliana, dichiarando che il bergamasco è precipitato dalla finestra al decimo piano dell'albergo nel quale soggiornava a Brasilia e che il corpo sarà sottoposto ad accertamenti e autopsia.

Il viaggio di Nicola Fumagalli, che viveva nella casa di famiglia in piazza Mercato del fieno insieme alla moglie Paola, avvocato, era cominciato una decina di giorni fa. Nella capitale brasiliana era giunto venerdì. Era stato una decina di giorni ad Alto Paraíso de Goiás, meta del turismo «new age» e sede, in questi giorni, del festival dell'«ayahuasca», una bevanda al centro dei rituali del Santo Daime. Qui lo scorso 26 agosto, dopo essersi sposato a Bergamo, Fumagalli aveva scelto di bissare la cerimonia celebrata secondo il culto sciamanico dalla «Maestra» Deva Darshan nella comunità «Jardim de Juramidam». 

Dopo aver trascorso alcuni giorni in compagnia di tre amici bergamaschi all'interno della comunità, il quarantenne era tornato a Brasilia per rientrare a Bergamo. Sabato la disgrazia.

Nella comunità di «Jardim de Juramidam» nessuno ha voglia di commentare l'accaduto all'indomani della morte di Nicola e della fine dei festeggiamenti per il culto del Santo Daime, culto praticato da tempo in Brasile e al centro di polemiche per i suoi effetti sui partecipanti al rito. La cerimonia ha come momento centrale l'assunzione di una bevanda che contiene una potente sostanza psichedelica utilizzata in particolari riti tradizionali da alcuni popoli tribali del bacino amazzonico. Negli Stati Uniti, come in Europa, la sostanza è considerata illegale mentre in Brasile il consumo è consentito solo durante le cerimonie dedicate al Santo Daime. La cerimonia cui partecipano i turisti occidentali - fa sapere chi vi ha partecipato - è molto diversa da quella praticata dai brasiliani. Gli europei non danzano mentre bevono la bevanda, a differenza di quanto previsto dalla tradizione, e per loro vengono preparati dei materassi sui quali sdraiarsi quando i pesanti effetti della sostanza iniziano a farsi sentire.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 28 gennaio

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