Cisl, lettera sul nuovo ospedale:
«Non sia la nostra debolezza»

Una lettera aperta sul nuovo ospedale. La scrivono la Cisl e la Cisl Fp che chiedono «che un'opera progettata per essere un primario presidio di cura per i bergamaschi non rischi di rappresentare solo aspetti di debolezza che non ci appartengono».

A poche settimane dalla conclusione dello storico trasloco dai Riuniti al Papa Giovanni, la «questione Ospedale» «riempie ancora i discorsi e i pensieri di istituzioni, forze politiche e sociali, cittadini e mass media. Da tempo si parla e scrive molto: di difetti, storture, di imprese e lavoratori non pagati, del problema delle forti infiltrazioni d'acqua piovana; di un trasloco che non avveniva mai, dell'impresa in concordato, dei lavori ancora da ultimare, della sicurezza che non c'è, dello sporco, dei livelli dei pavimenti e delle docce, del costo dei parcheggi, dei parcheggi selvaggi, della mancanza dei marciapiedi, delle multe, dell'inaugurazione». A scriverlo è Ferdinando Piccinini e Mario Gatti, segretari generali di Cisl e Cisl Fp di Bergamo che in una lettera aperta chiedono «oggi che un'opera progettata per essere un primario presidio di cura per i bergamaschi non rischi di rappresentare solo aspetti di debolezza che non ci appartengono - si legge nel testo -. Riscontriamo certo la mancanza di responsabilità, di correttezza e di attenzione per le quali chiediamo risposte a tutti coloro ai quali i cittadini hanno dato fiducia. Siamo indignati di quante incompiutezze, errori, incapacità a diversi livelli d'importanza il trasloco abbia messo in luce, per cui chiediamo a chi ne ha la responsabilità di provvedere in tempi brevi al ripristino e al completamento dell'opera».

La Cisl e la Federazione dei Pubblici Servizi Cisl chiedono alla direzione dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII «che si attivi da subito per un puntuale confronto sulle criticità, strutturali e operative, che coinvolga le parti sociali, ma che insieme richiami alla responsabilità tutte le istituzioni che rappresentano gli interessi della comunità bergamasca. Troppo poco si è parlato e scritto delle difficoltà assunte dai lavoratori che operano nell'ospedale che, oltre ad affrontare un ambito strutturale completamente diverso, si trovano ad avviare un nuovo modello operativo professionale, tecnologicamente e proceduralmente avanzato, dovendo ovviare ad anomalie quotidiane comunque con lo spirito di servizio a tutela della serenità dei pazienti e di tutti coloro che accedono alla nuova struttura».

«Tante difficoltà riguardano i pazienti, i loro familiari, con le difficoltà di accesso, il costo eccessivo del parcheggio, così come per i lavoratori delle imprese di servizio - continua la lettera -; serve garantire adeguatamente il trasporto pubblico, anche con una fermata del treno per la quale non ci risultano costi eccessivi; diventa necessaria la realizzazione del sottopasso, la segnaletica stradale fuori e dentro l'area dell'ospedale, di pannelli indicatori dettagliati e visibili per i percorsi interni all'ospedale. Responsabilmente deve terminare il tempo delle polemiche da campagna elettorale: è necessario ora ritrovare il senso di ciò che si vuole davvero che sia il nuovo Ospedale di Bergamo, un'eccellenza nella cura della salute dei cittadini di cui andare fieri».

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