Anche Bettoni, Benigni e Fatuzzo
nell'indagine sui rimborsi regionali

Ci sono anche tre consiglieri regionali bergamaschi tra i 29 coinvolti nell' inchiesta della Guardia di Finanza di Milano sui rimborsi pagati dal Pirellone. Si tratta di Valerio Bettoni, Beppe Benigni ed Elisabetta Fatuzzo. Tutti e tre si dicono «tranquilli».

Ci sono anche tre consiglieri regionali bergamaschi tra i 29 coinvolti nell'inchiesta della Guardia di Finanza di Milano sui rimborsi pagati dal Pirellone, inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio.

Mercoledì la Finanza ha notificato 22 inviti a comparire e 7 informazioni di garanzia a 29 consiglieri, ormai dimissionari, dei partiti di minoranza: Pd, Idv, Sel, Udc e Lista Pensionati.

Tra gli indagati per peculato figurano anche tre bergamaschi: Giuseppe Benigni, che era capogruppo dei Ds nella precedente legislatura, Valerio Bettoni, entrato con l'Udc e ora iscritto al gruppo del Centro Popolare Lombardo e Elisabetta Fatuzzo dei Pensionati. Mentre il primo dovrebbe avere ricevuto un invito a comparire – non è certo perché gli investigatori sono andati avanti fino a tarda sera – gli ultimi due avrebbero ricevuto solo informazioni di garanzia, senza dunque un elenco dettagliato delle spese.

Fatuzzo è indagata nella terza tranche dell'inchiesta, seguita alle prime due che hanno riguardato 62 consiglieri di Pdl e Lega, così come gli altri capigruppo dell'opposizione.

Per quanto riguarda il bergamasco Bettoni, invece, è stato lui stesso a voler chiarire, mettendole anche sul suo sito, quali spese ha sostenuto in questi anni: 1.878 euro per «colazioni di lavoro»; 2.907 euro di «spese telefoniche»; 1.838 euro per «viaggi istituzionali, spese di trasferimento e alloggio»; 1.600 euro per «presenti»; 2.639 euro per «francobolli»; 2.069 euro di «biglietti da visita, carta intestata e cancelleria». E poi 4 mila euro per «acquisto volumi "Silvio Poma (1840-1932) Album di famiglia. Da Trescore all'Unità d'Italia"» e 2.492 euro di spese per organizzazioni convegni ed eventi. «Come si deduce dalle modeste cifre rimborsate nei 2 anni e 8 mesi di intenso mandato, che mi ha visto impegnato sul territorio bergamasco – ha spiegato Bettoni – non ritengo di avere commesso alcun abuso o utilizzo inopportuno delle risorse e credo di avere fatto quanto dalla legge consentito».

Anche Benigni si dice «abbastanza sereno. Per quanto mi riguarda non ho ricevuto avvisi a comparire o di garanzia. Aspetto di capire i motivi e poi mi recherò dai giudici e cercherò di capire cosa mi imputano e di spiegare le spese che ho fatto». Benigni è sicuro di «non aver usato i soldi dei rimborsi per motivi personali, poi è giusto che la magistratura indaghi se ci sono spese che non ritiene giustificate».

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