Un regalo per l'anniversario?
Dai figli il restauro di una cappella

Altro che crociera ai Caraibi. Quella passa e resta solo il ricordo. Un'opera d'arte, invece, è davvero per sempre o quasi. Soprattutto se l'opera in questione è una cappella che di anni ne ha quasi 400, e proprio per affrontare serenamente il futuro necessita di urgenti restauri.

Altro che crociera ai Caraibi. Quella passa e resta solo il ricordo. Un'opera d'arte, invece, è davvero per sempre o quasi. Soprattutto se l'opera in questione è una cappella che di anni ne ha quasi 400, e proprio per affrontare serenamente il futuro necessita di urgenti restauri.

Ecco: l'idea è proprio questa. Perché, invece, di puntare, come spesso capita, su viaggi o gioielli, per festeggiare le nozze di diamante dei propri genitori, non contribuire al recupero di un monumento intimamente legato, oltre che alla storia della città, anche a quella della propria famiglia? Il ragionamento fila e i sette figli Amaddeo - Tati, Liliana, Paolo, Loredana, Roberto, Mauro e Massimo - non ci hanno pensato su troppo. E così venerdì, in occasione del sessantesimo anniversario di nozze di mamma Lina e papà Demetrio (più conosciuto come Mimmo, che è anche il nome dello storico ristorante della famiglia, inaugurato nel 1963 in Città Alta), la sorpresa (che qui anticipiamo augurandoci di non rovinare) sarà una sponsorizzazione destinata a legare indissolubilmente il loro nome alla chiesa di Sant'Agata al Carmine.

Non è un caso, ovviamente: lo stesso edificio si trova nel cuore del centro storico, a due passi dall'abitazione e dal ristorante in cui i coniugi Amaddeo hanno trascorso una vita. Così, una volta completato l'intervento, sulla cappella del Sacro Cuore, la prima tra le dodici che si affacciano sulla navata a essere «adottata» e restaurata, campeggerà una targa con la seguente dicitura: «La bellezza di questa cappella, tornata al suo originario splendore, esprime in modo significativo e concreto la nostra gratitudine verso la comunità del Carmine che ha cresciuto nella fede e nello spirito noi e i nostri figli». Firmato: famiglia Amaddeo.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 31 gennaio

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