Strade, la metà è da rifare
Ma i soldi sono bloccati a Roma

I numeri assomigliano più a un bollettino di guerra. Su poco più di 1.300 chilometri di strade provinciali quasi la metà, 610 in tutto, è conciata male: buche, a tratti vere e proprie voragini, aperte sotto il peso del traffico e del maltempo.

I numeri assomigliano più a un bollettino di guerra. Su poco più di 1.300 chilometri di strade provinciali quasi la metà, 610 in tutto, è conciata male: buche, a tratti vere e proprie voragini, aperte sotto il peso del traffico e del maltempo che, buon ultimo, sta dando il colpo di grazia.

Non c'è solo l'Asse interurbano (balzato agli onori della cronaca nelle ultime settimane) bisognoso di un intervento urgente. In Via Tasso, ovviamente, hanno il quadro esatto della situazione strade, raccolto in tre paginette di dati, dove ci sono i dettagli delle tre «unità operative» in cui è stata suddivisa la rete provinciale.

«Il Patto non ci fa spendere»
Ne esce che la zona Valle Brembana (e valli annesse) e parte dell'Isola su 411 chilometri ne ha 185 «conciati male, che necessitano di un intervento»; la Valle Seriana e Val Cavallina su 486 praticamente la metà, 241, e la Bassa con il resto dell'Isola su 414 chilometri ne ha 184 da rifare.

Il quadro è decisamente a tinte fosche. La colpa dei mancati lavori è di un mix micidiale: tagli, spending review, Patto di stabilità che impedisce di investire come si faceva in passato, negli anni d'oro delle strade. «Non è che non si vogliono fare i lavori, questo deve essere chiaro. Il problema sono i vincoli imposti dal Patto di stabilità – spiega l'assessore provinciale alla Viabilità Giuliano Capetti –. Abbiamo 90 milioni bloccati in Tesoreria nazionale a Roma, soldi che non ci fanno spendere per fare i lavori. Ci auguriamo che gli interventi in opere escano dai lacci e lacciuoli imposti dal patto, altrimenti sarà sempre peggio».

Fermandoci all'asfalto, da bollino rosso è soprattutto la Bassa: qui in alcuni tratti, proprio per le pessime condizioni del fondo, Via Tasso ha imposto anche il limite di velocità, 50 all'ora, se non addirittura 30. E il numero (più basso) dei chilometri martoriati dalle buche non tragga in inganno perché come spiega Renato Stilliti, dirigente responsabile del Settore Viabilità in Provincia un conto sono «241 chilometri nelle valli, un altro i 185 della pianura. Ci sono strade della Bassa interessate da un traffico importante, solo la provinciale Francesca è percorsa da qualcosa come 23 mila veicoli al giorno, e moltissimi sono mezzi pesanti».

Proprio la Francesca è tra le provinciali più trivellate dalle buche, sarebbe infatti da rifare almeno la metà dei venti chilometri che attraversano la nostra provincia. Non va meglio altrove. Strade assolutamente perfette non ce ne sono. «Anzi, forse una sì. La variante alla statale 42 Albano-Trescore, fresca di inaugurazione» buttano lì in una mezza battuta in Provincia. Sempre fermandoci nella Bassa, decisamente messa male è la provinciale 103, da Romano a Fara Olivana e Isso, che risulta malmessa per il 90%, praticamente tutti i tre chilometri avrebbero bisogno di un intervento. Male anche la provinciale 143 (all'80% da rifare) mentre per la Cremasca la percentuale scende al 40%, così come la Rivoltana e la Spirano-Comun Nuovo.

«Servirebbero 50 milioni»
C'è quindi molto da fare sul fronte lavori. Qualcosa è già stato fatto poco prima dell'arrivo dell'inverno e della famigerata accoppiata neve-gelo, vera nemica delle asfaltature: la Giunta Pirovano ha stanziato due milioni che sono serviti a mettere qualche toppa qua e là, lungo una cinquantina di provinciali in tutto. Ma si è trattato di semplici rattoppi, dove è andata meglio si sono rifatti pezzi di carreggiate, ma sempre di pezzi trattasi.

Una goccia in mezzo al mare. Al Settore viabilità hanno fatto anche due calcoli per capire quanto servirebbe per mettere a nuovo le strade di competenza. E la cifra è a sette zeri. «Bisognerebbe investire cinquanta milioni per dire è tutto a posto, siamo all'anno zero con le strade» rileva Stilliti che butta lì un'altra curiosità: «Nel '91 venne commissionato uno studio, da cui risultò che per garantire il buono stato del tappettino di usura bisognava investire 10 miliardi all'anno. Oggi quei dieci miliardi sono 10 milioni, e non basterebbero, visto come sono messe ora le strade».

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