L'odissea del piano cave:
ora un accordo sul programma

Una riunione fiume che dovrebbe aver dato il via libera alla strategia da adottare sul Piano cave della provincia di Bergamo. Sembra che, in un lungo incontro a Palazzo Lombardia durato circa sei ore, i vari soggetti coinvolti abbiano trovato un accordo su come procedere.

Una riunione fiume che dovrebbe aver dato il via libera alla strategia da adottare sul Piano cave della provincia di Bergamo. Sembra che, in un lungo incontro a Palazzo Lombardia durato circa sei ore, i vari soggetti coinvolti abbiano trovato un accordo su come procedere.

A sedersi attorno al tavolo, voluto fortemente dall'assessore regionale all'Ambiente, Leonardo Salvemini, sono stati Regione, Provincia, Confindustria, Ance, associazioni di categoria, cavatori, Legambiente e Wwf.

Salvemini ha spiegato che innanzitutto la Provincia farà ricorso al Tar di Brescia chiedendo l'ottemperanza della sentenza che di fatto bocciava il piano approvato dalla Regione, che aveva modificato quello del 2004 di Via Tasso.

«Si tratta – spiega l'assessore – di un cavillo burocratico, la Provincia non è parte del processo, quindi deve chiedere che la sentenza venga eseguita». Questa prima fase dovrebbe essere superata in circa un mese, poi «verrà nominato un commissario ad acta che realizzerà quanto prescritto dal Tar, concluderà la Valutazione ambientale strategica (Vas) e deciderà sui provvedimenti autorizzativi transitori».

Un commissario che avrebbe il mandato per sostituirsi alla politica regionale e che avrebbe, dunque, il mandato pieno per dare corso a quanto necessario per approvare il Piano cave di Bergamo.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 2 febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA