Accademia Gdf sempre più a rischio
Ipotesi di uno spostamento a Roma

Dietrofront. Forse. «Ci sono voci molto preoccupanti dal comando generale della Guardia di Finanza», spiega Antonio Misiani, deputato Pd. Ovvero quelle di una imminente dipartita dell'Accademia da Bergamo, direzione Roma.

Dietrofront. Forse. «Ci sono voci molto preoccupanti dal comando generale della Guardia di Finanza», spiega Antonio Misiani, deputato Pd. Ovvero quelle di una imminente dipartita dell'Accademia da Bergamo, direzione Roma - per la precisione a Castelporziano - che dal 1996 ospita il biennio di specializzazione. «Purtroppo queste voci sono sempre più insistenti, e si parla di una decisione in stato molto avanzato» prosegue Misiani.

«Sarebbe una scelta molto penalizzante per Bergamo, che perderebbe una struttura formativa di assoluto valore. E anche per il quartiere di Santa Lucia, già privato di punti di riferimento dopo il trasloco dell'ospedale alla Trucca». Del resto, con i chiari di luna dei conti pubblici, anche le Fiamme Gialle starebbero facendo di conto: «La riunificazione dei 5 anni di corso a Roma avrebbe notevoli vantaggi economici, considerato che l'immobile è demaniale e non ci sarebbero canoni da pagare».

La struttura di via dello Statuto è difatti già stata cartolarizzata: a fine 2004 era stata difatti ceduta insieme ad altri 396 immobili al Fip, il Fondo immobili pubblici, nato per volontà del ministero dell'Economia. «Grazie all'inerzia della Giunta Tentorio, Bergamo ha perso un investimento da 250 milioni di euro sul territorio» è la considerazione dell'onorevole Pd: «Tutto per l'assurda volontà di voler costruire il nuovo stadio a Grumello del Piano, per poi nemmeno riuscirci». E qui è necessario un passo indietro: nel quartiere al confine con Lallio e Stezzano sarebbe effettivamente dovuta sorgere la nuova Accademia della Guardia di Finanza, che avrebbe riunito tutti e 5 gli anni di corso in quel di Bergamo, che attualmente ospita solo i primi 3. Un progetto fortemente voluto dalla Giunta Bruni (della quale Misiani ha fatto parte per due anni), ma non altrettanto da quella Tentorio. Soprattutto dalla sua componente leghista. Il colpo di grazia è però arrivato dal terremoto in Abruzzo, che ha assorbito i soldi previsti per il primo biennio dei lavori. In un primo tempo sembrava il più classico dei rinvii dal 2015 al 2017, ma strada facendo è emerso chiaramente che di fondi non ce n'erano, e nemmeno tanta volontà politica di concludere l'operazione.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 3 febbraio

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