Studente picchiato per gelosia
Aggressore preso grazie a Facebook

Facebook ha servito sul piatto gli indizi, il resto lo ha fatto il racconto di chi aveva assistito alla scena che è diventato voce sempre più insistente all'interno di una vicina scuola. E così il presunto aggressore di un 15enne è stato identificato.

Facebook ha servito sul piatto gli indizi, il resto lo ha fatto il racconto di chi aveva assistito alla scena che è diventato voce sempre più insistente all'interno di una vicina scuola, di cui alcuni studenti hanno assistito alla scena uscendo dalle aule. E così, in pochi giorni il presunto aggressore del quindicenne di Zanica che il 25 gennaio era finito in ospedale con la mandibola fratturata, è stato identificato dagli inquirenti e ora rischia una denuncia per lesioni.

Il sospettato è un minorenne che ha una relazione con una compagna di classe della vittima e che frequenta un istituto del centro. Secondo le contestazioni, avrebbe agito in compagnia di quattro complici, finora rimasti ignoti. Una sorta di spedizione punitiva architettata per motivi di cuore.

Due i moventi che, stando alle versioni raccolte tra gli studenti, potrebbero aver fatto scattare raid. Primo, la gelosia: il presunto aggressore era probabilmente convinto che l'altro avesse delle mire sulla sua fidanzata. Secondo, la vendetta per lavare l'onta di una battutina al curaro che qualche ora prima, durante le lezioni, il quindicenne avrebbe rivolto alla compagna.

L'aggressione era stata messa a segno poco dopo le 14 in via Pinamonte da Brembate, subito dopo il termine delle lezioni. Il quindicenne di Zanica stava raggiungendo la stazione Autolinee insieme a una compagna di classe (non quella motivo del contendere), quand'era stato accerchiato da cinque giovani. Uno di questi aveva sferrato un pugno che gli ha fratturato la mandibola. Mentre la ragazza fuggiva impaurita, lo studente era crollato al suolo perdendo i sensi. Nessuno s'era degnato di soccorrerlo. Il quindicenne s'era rialzato da solo e aveva chiamato la madre, che lo aveva accompagnato in ospedale.

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