Droga tramite Facebook
Cinque ragazzi patteggiano

Non sapevano che la polizia li stava stava tenendo d'occhio, fino allo scorso mese di dicembre, quando alcuni di loro finirono agli arresti domiciliari o all'obbligo di firma. Ieri mattina, cinque giovani hanno patteggiato pene comprese tra i 12 e i 18  mesi.

«Sciallo, sono a posto», oppure «Sono in emergenza». È un linguaggio misto fra gergo adolescenziale e codice segreto quello che – secondo le indagini della squadra mobile – un gruppetto di ragazzi sui vent'anni, incensurati e residenti in città, utilizzava per concordare piccole ma frequenti cessioni di sostanze stupefacenti (hashish o marijuana).

Non sapevano che la polizia li stava stava tenendo d'occhio, intercettando i loro telefonini, fino allo scorso mese di dicembre, quando alcuni di loro finirono agli arresti domiciliari o all'obbligo di firma. Ieri mattina, davanti al giudice Raffaella Mascarino, cinque giovani hanno patteggiato pene comprese fra l'anno e l'anno e 6 mesi: si tratta dei fratelli F. N. e G. N., di 22 e 19 anni, M. G., 20 anni, M. T., 21 e R. R., 20 anni. A tutti è stata concessa la sospensione condizionale.

A far scattare le indagini, nel maggio del 2011, era stato un episodio specifico: due ragazzi minorenni erano finiti al pronto soccorso per un'intossicazione dovuta all'assunzione di stupefacenti. Gli investigatori della squadra mobile avevano cercato di risalire ai fornitori e avevano così individuato un gruppetto di ragazzi, tutti molto giovani, sospettati di consumare e cedere agli amici del loro «giro» piccoli quantitativi di «fumo».

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