Ratzinger, a marzo il successore
117 cardinali al prossimo Conclave

Cosa accadrà ora con le dimissioni di Benedetto XVI? La procedura sarà la stessa di quando un Papa muore. Naturalmente non ci saranno i "novendiali". Le dimissioni dalle 20 di giovedì 28 febbraio faranno scattare il periodo della sede vacante.

Cosa accadrà ora con le dimissioni di Benedetto XVI? La procedura sarà la stessa di quando un Papa muore, eccetto il fatto, naturalmente, che non ci saranno i "novendiali" del suffragio e i funerali. Le dimissioni di Benedetto XVI aprono, dalle 20 di giovedì 28 febbraio, il periodo della "sede vacante", cioè la fase in cui il trono di Pietro resta vuoto dopo l'uscita di scena di un Pontefice e l'elezione del successore.

Durante questo periodo una figura di grande rilievo è il cardinale camerlengo - attualmente il cardinale Tarcisio Bertone - il quale assume di fatto le funzioni del governo ordinario della Chiesa. Le procedure per la sede vacante sono dettate dalla costituzione apostolica "Universi Dominici Gregis", promulgata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996. Una volta decaduto il Papa, o perchè morto o perchè, come in questo caso, dimesso, tutti i cardinali della Curia Romana e il cardinale segretario di Stato decadono dal loro incarico, ad eccezione dello stesso camerlengo, del penitenziere maggiore (card. Manuel Monteiro de Castro), del cardinale vicario di Roma (Agostino Vallini), di quello della Città del Vaticano (Angelo Comastri) e del decano del Collegio cardinalizio (Angelo Sodano).

Restano in carica anche i segretari dei dicasteri per la gestione ordinaria, così come l'elemosiniere di Sua Santità (mons. Guido Pozzo) e il cerimoniere pontificio (mons. Guido Marini). È il camerlengo a convocare i cardinali "elettori", cioè quelli di età non superiore agli 80 anni e, trascorsi di norma dai 15 ai 20 giorni, si riunisce il Conclave.

In questo caso, comunque, il primo marzo avranno inizio le "congregazioni generali", aperte sia ai cardinali elettori che agli ultraottantenni, senza una durata prefissata. Dopo questa fase di consultazioni, il card. Sodano presiederà la messa "Pro eligendo Pontifice". Poi inizierà, in Cappella Sistina, il vero e proprio Conclave. Vi parteciperanno 117 cardinali: attualmente i minori di 80 anni sono 118, ma il 26 febbraio la soglia sarà superata dal cardinale ucraino Lubomyr Husar. A dare l'"extra omnes" sarà il Maestro delle celebrazioni liturgiche. Le regole delle votazioni seguiranno il "motu proprio" promulgato dallo stesso Benedetto XVI nel giugno 2007, secondo il quale per eleggere il Papa sarà sempre necessaria una maggioranza qualificata di due terzi degli elettori.

Non varrà più, quindi, l'ipotesi della maggioranza semplice della metà più uno degli elettori. Dopo la 33/a o 34/a votazione, comunque, si passerà direttamente, e obbligatoriamente, al ballottaggio fra i due cardinali che avranno ricevuto il maggior numero di voti nell'ultimo scrutinio. Anche in questo caso, però, sarà sempre necessaria una maggioranza dei due terzi.

I due cardinali rimasti in lizza, inoltre, non potranno partecipare attivamente al voto. Se per un candidato i voti raggiungono i due terzi dei votanti, l'elezione del Pontefice è canonicamente valida. L'ultimo dell'ordine dei cardinali diaconi richiama il maestro delle celebrazioni liturgiche e il segretario del collegio cardinalizio. Il decano o il vice decano oppure il primo cardinale dei cardinali vescovi si rivolge all'eletto dicendo: "Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?" (Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?) e a risposta affermativa, soggiunge: "Quo nomine vis vocari?" (Come vuoi essere chiamato?), domanda a cui il neo-eletto risponderà con il nome pontificale. Dopo l'accettazione si bruciano le schede, facendo in modo che dalla piazza San Pietro possa vedersi la classica fumata bianca.

Al termine del Conclave il nuovo Papa si ritira nella "stanza delle lacrime", ovvero nella sacrestia della Cappella Sistina, per indossare per la prima volta i paramenti papali con i quali si presenterà in pubblico dalla Loggia delle benedizioni della basilica di San Pietro. Il nome di tale luogo deriva dal fatto che, si presume, il pontefice scoppi a piangere per la commozione e per il peso della responsabilità del ruolo che è chiamato a svolgere.

Tradizionalmente, nella sacrestia sono presenti paramenti papali di tre diverse misure, che possono approssimativamente adattarsi alla taglia del nuovo eletto. Dopo la preghiera per il nuovo Pontefice, di nuovo nella Sistina, e l'ossequio dei cardinali viene intonato il "Te Deum", che segna la fine del Conclave. L'annuncio dell'elezione vede il cardinale protodiacono affacciarsi dalla loggia centrale della Basilica e pronunciare l'"Habemus papam".

Quindi il nuovo Pontefice, preceduto dalla croce astile, impartirà la solenne benedizione Urbi et Orbi. Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha previsto oggi che il tutto dovrebbe compiersi entro il mese di marzo.

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