Il ministro Terzi: «La cultura
base del progresso economico»

«La cultura è stata fatta svanire dalla quasi totalità delle forze politiche dal dibattito di queste settimane di campagna elettorale, ed è inaccettabile». Lo ha dichiarato il ministro degli Affari esteri Giulio Terzi di Sant'Agata, intervenendo all'inaugurazione dell'Anno accademico.

«La cultura è stata fatta svanire dalla quasi totalità delle forze politiche dal dibattito di queste settimane di campagna elettorale, ed è inaccettabile». Lo ha dichiarato il ministro degli Affari esteri Giulio Terzi di Sant'Agata, intervenendo all'inaugurazione dell'Anno accademico dell'Università di Bergamo, al Teatro Sociale di Città Alta.

«È un pò come se in Russia e in Egitto fossero scomparsi rispettivamente i temi dell'energia e del turismo dalle loro campagne elettorali. Per noi italiani la cultura è la fonte primaria di ricchezza e grazie alla cultura siamo stati protagonisti nella storia».

«Oggi superare la marginalizzazione della cultura - ha proseguito Terzi - è essenziale per gli interessi della politica estera: la cultura rappresenta la nostra reputazione all'estero, attraverso le eccellenze culturali e scientifiche, con i molti scienziati italiani che operano all'estero».

«Tanti giovani economisti, fisici, giuristi e biologi ci riempiono d'orgoglio con il loro quotidiano e faticoso lavoro e dimostrano che l'Italia e Bergamo con la cultura possono far progredire il mondo - ha aggiunto il ministro -. La cultura favorisce il radicarsi di una sensibilità che orienta all'ascolto dell'altro e a comprendere coloro che sono diversi da noi, qualità essenziale per promuovere la stabilità internazionale. Per questo l'Italia promuove nel mondo la formazione e l'educazione, essenziali per sottrarre i giovani alle lusinghe di propagande integraliste e per denunciare le falsificazioni del fondamentalismo».

Il ministro ha poi aggiunto: «Nessuno può rinunciare ai propri diritti fondamentali ed è grazie a questi valori che l'Italia ha assunto la leadership internazionale di fondamentali battaglie di civiltà, come la tutela delle minoranze religiose, l'abrogazione o la moratoria sulle pene capitali e la lotta contro le mutilazioni femminili». Per tutte queste ragioni «ho voluto intensificare in questo periodo di governo l'azione della diplomazia culturale, organizzando manifestazioni come l'Anno della cultura italiana negli Stati Uniti, sostenendo l'internazionalizzazione del sistema universitario e promuovendo un intenso network fra scienziati italiani nel mondo e quelli del nostro Paese, tra università e imprese attive nel settore dell'innovazione».

«Questo sforzo - ha proseguito Terzi - non può essere certo sufficiente e occorre un impegno preciso al centro della vita dei cittadini. Il maestro Riccardo Muti ha di recente osservato, nel corso di un suo interessante intervento al Senato, che l'Italia non è ancora desta e che dobbiamo destarla noi con la cultura. Credo che questo impegno civile sia particolarmente sentito qui a Bergamo, città che ha incrementato il suo prestigio internazionale grazie agli investimenti culturali e che deve essere la dimostrazione che è la cultura a produrre l'energia vitale per il nostro Paese».

«Negli ultimi 15 mesi la cultura, nella sua declinazione più ampia di identità e formazione, è rimasta centrale alla politica estera italiana. Si è trattato di un impegno preciso - ha spiegato il ministro - da me preso davanti al Parlamento e che rinnovo oggi qui a Bergamo in occasione della scadenza elettorale. Vuole essere un forte appello alla politica e mi unisco all'ampio coro di chi ha registrato una insufficiente presenza della cultura nel dibattito elettorale. La cultura è una molteplicità di piani che costituiscono la forza intima della società italiana. Si è parlato molto di economia della cultura, ma si è fatto poco per realizzarla».

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