Elezioni, tour de force del Pd:
«Il Nord ostaggio della Lega»

Il Pd si gioca il tutto e per tutto in Lombardia. Con un tour de force, che vede i militanti battere a tappeto il territorio e i big cambiare all'ultimo i loro programmi per passare da Bergamo. Enrico Letta: «Vincere a Roma non ci basta, dobbiamo vincere qui»

Il Pd si gioca il tutto e per tutto in Lombardia. Con un tour de force, che vede i militanti battere a tappeto il territorio e i big cambiare all'ultimo i loro programmi per passare da Bergamo. Come Enrico Letta che, dopo Como e Brescia, fa tappa in città per dire chiaro e tondo: «Farcela a Roma sarebbe una vittoria di Pirro totalmente ingestibile se non vinciamo anche qui. La vera opposizione non sarebbe in Parlamento, ma verrebbe dalle tre Regioni (Lombardia, Piemonte e Veneto) in mano alla Lega, che da sole producono oltre il 50% delle ricchezze del Paese».

Nel pomeriggio, a Seriate, tocca poi al sindaco di Torino Piero Fassino suonare la carica «per conquistare anche il secondo cerchio, quello degli elettori distanti dalla politica», con l'«onda» del tradizionale porta a porta, «perché il tubo catodico non basta». E mette in guardia: «Maroni è più presentabile, ma nel cuore è un vero secessionista. La macroregione del Nord è solo è una versione nuova della secessione. Ma in un mondo grande se ti fai più piccolo, sei solo più debole».

La Lombardia - è il messaggio - «non deve cadere ostaggio della Lega». E secondo Letta vicesegretario nazionale dei democratici per il Pd è assolutamente possibile evitare «questa modifica degli equilibri istituzionali, che avrebbe degli effetti disgreganti mai sperimentati e bloccherebbe le riforme», «perché la Lega è in declino e Berlusconi si è fermato, non è in corso nessuna rimonta». Semmai si rafforza «il voto di protesta verso Grillo e Giannino», un 3-4%, però, che uscirebbe comunque «dall'area leghista-berlusconiana».

Il centrosinistra, quindi, vuole giocarsi fino in fondo la partita lombarda (per ottenere i numeri al Senato e il governo del Pirellone) e per strappare il risultato Letta invita a insistere sui cardini della «buona campagna elettorale impostata da Bersani»: verità e senso della realtà. Principi che in Lombardia trovano piena attuazione nel programma di Umberto Ambrosoli, fondato sulla priorità del lavoro.

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