Il treno esce dalla stazione e si ferma
L'ennesima beffa a Milano Centrale

«Che nei giorni di neve siano più probabili incidenti e guasti è ovvio, ma l'insistenza con cui Trenord ci ha abituato all'ormai tradizionale disservizio coincidente con la neve ha qualcosa di eccezionale, soprattutto se il problema ha poco o nulla a che fare con le situazioni climatiche».

«Che nei giorni di neve siano più probabili incidenti e guasti è ovvio, ma l'insistenza con cui Trenord ci ha abituato all'ormai tradizionale disservizio coincidente con la neve ha qualcosa di eccezionale, soprattutto se il problema ha poco o nulla a che fare con le situazioni climatiche».

«La storia ha qualcosa di già sentito. Treno regionale 2630 dalla stazione Centrale, Milano: il rotabile arriva stranamente puntuale alle ore 17,50 di giovedì 21 febbraio e imbarca la solita folla di pendolari stanchi che vorrebbe solo tornare a casa velocemente. All'ora della partenza, le 18,10, il treno è ancora fermo, ma questo non stupisce particolarmente i passeggeri: qualche minuto di ritardo è ordinario, infatti il treno poco dopo parte, percorre una cinquantina di metri, appena sufficienti ad uscire dalla struttura di Stazione Centrale, al che si ferma».

«La quantità di sorpresa tra i pendolari è vicina allo zero, difatti attendiamo che il treno riparta, ma dopo una decina di minuti il treno è ancora fermo li, a pochi metri dalla stazione. Dopo un po' iniziamo a sospettare che ci sia qualcosa che non va, ma non riceviamo alcuna informazione. Dopo un quarto d'ora dalla presunta partenza si spengono tutte le luci, tranne quelle di emergenza. Ancora nessuna informazione».

«Intorno alle 18,40, mezz'ora dopo la partenza del treno e ancora senza alcuna informazione, io ed altri passaggeri della mia carrozza, una delle ultime in coda al treno, notiamo un gruppo di passeggeri provenienti dalle vetture di testa che cammina sulla banchina di servizio, diretti in stazione».

«A questo punto qualcuno cerca di aprire a mano una delle porte e dopo un po' di fatica riesce ad aprirla ed a tenerla aperta permettendo agli altri passeggeri di uscire. Chiedendo ai vari pendolari sembrerebbe che il treno sia guasto; mentre ce ne torniamo sulla banchina di servizio una voce femminile, al microfono, avvisa che per noi passeggeri del treno 2630, appena cancellato, sarà possibile prendere il treno 2633 delle 19,10».

«Ora, che un treno si possa guastare è comprensibile, quello che fatico a capire invece è perché il controllore non si è preso la briga di fare una comunicazione agli altoparlanti o di percorrere le 7-8 carrozze che componevano il treno per informare i passeggeri. Oppure perché non ci sono state aperte le porte ed abbiamo dovuto aprircele noi, a mano».

«Se l'informazione ci fosse stata comunicata prima avremmo potuto percorrere i 10 minuti di metro per arrivare a Lambrate e prendere il treno 10811 delle 18,49, da Garibaldi, ed arrivare a Bergamo almeno mezz'ora prima. Singolare anche che Trenord, dopo un disservizio del genere, decida di informarci che possiamo prendere il treno ordinario successivo, quasi come se si trattasse di una sostituzione, di una richiesta di scuse e non un comunissimo treno ordinario oltretutto pieno per l'aver dovuto portare anche i passeggeri del treno precedente».

Un pendolare

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