Debiti per il cane alla figlia disabile
Ma veniva dall'Est, è morto subito

Per comprare il cagnolino alla figlia disabile s'è indebitata ed è ricorsa a un finanziamento a rate. Ma l'animale era in condizioni di salute talmente pietose che s'è sentita in dovere di restituirlo al commerciante 24 ore dopo che le era stato venduto.

Per comprare il cagnolino alla figlia disabile s'è indebitata ed è ricorsa a un finanziamento a rate. Ma l'animale era in condizioni di salute talmente pietose che s'è sentita in dovere di restituirlo al commerciante 24 ore dopo che le era stato venduto.

E quello che era riuscita ad ottenere – non senza fatica – «in sostituzione» è sopravvissuto soltanto tre giorni e mezzo. Risultato: la bambina ha perso un compagno di giochi consigliato dai medici per la «pet-terapy», la madre deve comunque continuare a onorare il suo debito.

È la storia della disavventura di una famiglia di Lallio, ma pure della tragedia di due poveri cuccioli provenienti dall'Ungheria. Piovuta nei giorni del grido d'allarme dell'ex ministro Michela Vittoria Brambilla che vorrebbe sospendere le importazioni di cucciolate di cani dall'Europa dell'Est, proprio perché spesso composte da animali malati e destinati a fine sicura non appena termina l'effetto dei farmaci di cui vengono imbottiti da trafficanti senza scrupoli.

Tutto comincia a dicembre, quando la donna chiede alla figlia dodicenne, affetta da una malattia rara che comporta un grave ritardo psichico, che cosa desìderi per Santa Lucia. «Mi ha risposto che voleva un cagnolino come quello della cugina».

Leggi tutta la storia su L'Eco di Bergamo del 25 febbraio

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