Caravaggio, camionista patteggia
Sfidò il blocco e i militari

Dopo il pianto liberatorio ha stretto la mano al giudice e abbracciato i familiari, presenti nell'aula del tribunale di Lodi. Una reazione spontanea quella di Nunzio Maffesi, il camionista di Caravaggio agli arresti domiciliari perché protagonista di un diverbio con i carabinieri

Dopo il pianto liberatorio ha stretto la mano al giudice e abbracciato i familiari, presenti nell'aula del tribunale di Lodi. Una reazione spontanea quella di Nunzio Maffesi, il camionista cinquantenne di Caravaggio da 18 giorni agli arresti domiciliari perché protagonista di un acceso diverbio con due carabinieri, che gli era costato manette e forzata dimora.

Ieri gli sono stati revocati e grazie agli avvocati difensori, Laura Rossoni e Massimo Rocchi, ha ottenuto dal giudice Vincenzo Picciotti un patteggiamento tradotto in pena di dieci mesi, con beneficio della condizionale.

Tutto per la reazione che lo scorso 11 febbraio, lunedì bianco segnato dalla forte nevicata, il camionista aveva avuto nel vedersi vietare l'accesso alla A1 al casello lodigiano di Guardamiglio, da parte di una pattuglia dell'Arma.

L'uomo alla guida del suo autoarticolato stava per dirigersi a Cesena (Forlì) per effettuare delle consegne, ma il transito alle 4 del mattino gli era stato vietato dai carabinieri perchè il mezzo non in possesso di specifica deroga per il passaggio. Un episodio capace di innervosire il camionista, che aveva provocato verbalmente i militari, determinati a loro volta, e forse in modo esagerato, a fare rispettare le regole.

Nunzio Maffesi era stato ammanettato dai carabinieri, che lo avevano tratto in arresto per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale, non prima di finire all'ospedale per medicare le ferite riportate durante il bloccaggio.

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