La città del futuro è ferma al palo
Approvati solo 2 piani attuativi

La città del futuro è lì sulla carta, disegnata. Ma solo lì, sulla carta appunto, e purtroppo destinata a rimanerci a lungo. Gli Ambiti di trasformazione sono praticamente tutti al palo. Commenta sul blog de L'EcoLab

La città del futuro è lì sulla carta, disegnata, abbozzata nelle linee guida e nelle funzioni dal Pgt. Ma solo lì, sulla carta appunto, e purtroppo destinata a rimanerci a lungo. Gli Ambiti di trasformazione (11 più sette interventi esterni) sono praticamente tutti al palo. È così. A poco più di tre anni dall'adozione del Piano di governo del territorio si è mosso davvero poco. «Il 90,95 per cento degli Ambiti di trasformazione è fermo».

L'assessore all'Urbanistica Andrea Pezzotta è realista. Sulla scrivania dell'ufficio appoggia la mappa sullo stato di attuazione dei Piani di trasformazione in città: tanti colori diversi a seconda se l'operazione è in fase di istruttoria, di cantiere, in corso di realizzazione, e così via. «Faccio prima a dirle che cosa è partito...» taglia corto. E il conto è presto fatto: «Due soli – spiega – sono i piani attuativi approvati dall'adozione del Pgt: il nuovo polo scolastico Montessori e l'area produttiva Carobbio di via Daste e Spalenga». Commenta sul blog de L'EcoLab

«Il problema è l'invenduto»
Decisamente magro il bilancio. Qualcosa giusto nelle ultime settimane si sta muovendo anche per l'ex colorificio Migliavacca: la bozza di convenzione è pronta, in via Baioni è prevista la riconversione del vecchio stabilimento in residenziale e un maxiparcheggio a servizio della futura risalita. E alla ribalta, in questi giorni, è anche l'Europan, l'area del Luna park. Lunedì il Consiglio comunale ha dato il via libera al secondo bando di vendita. L'obiettivo del Comune è fare cassa e dare un futuro ai 25.000 metri quadrati alla Celadina che in realtà un acquirente (la Agatonisi srl, la società delle famiglie Lumina e Manzi) l'avevano già trovato, salvo poi vedersi revocare l'assegnazione dagli uffici comunali per «inadempienza all'obbligo contrattuale».

Ma in generale i tempi sono duri per tutti. La crisi del mattone è nera che più nera non si può. «È fortissima, mettiamoci poi l'invenduto che in questo momento è il problema dei problemi. Di fatto anche questo blocca tutte le nuove trasformazioni» sottolinea Pezzotta. Uno stallo che gli operatori stanno vivendo sulla loro pelle da mesi, anche a Palazzo Frizzoni stanno tastando con mano la difficile situazione. L'ultimo caso finito sulla scrivania dell'assessore è quello dell'ex Ismes di viale Giulio Cesare, dove era prevista la demolizione dei vecchi edifici dell'Istituto sperimentale modelli e strutture e la realizzazione di case.

«L'operatore ci deve dire che cosa intende fare. Noi siamo in attesa, ma a quanto pare ha difficoltà a sostenere l'operazione...». Quindi non se ne fa niente. Non è l'unico. «Anche l'operatore che in via Daste e Spalenga ha costruito due lotti, ci risulta che per ora non procederà con il terzo. C'è una situazione di stallo generale». Commenta sul blog de L'EcoLab

Abitazioni al palo

Tutto fermo anche per il Parco ovest, almeno sul fronte abitazioni perché le prestazioni pubbliche previste (parco e palestra a servizio del quartiere di San Tomaso de' Calvi) sono in corso di realizzazione. Ruspe e camion sono in azione da qualche mese. A smuovere la situazione, in completo stand by fino a poco prima di dicembre, l'ultimatum del Comune. Gli operatori si sono decisi a partire con i cantieri per le opere pubbliche solo dopo il rischio di vedersi riscuote le fideiussioni da parte di Palafrizzoni che avrebbe così provveduto a fare le opere per conto suo. Lo stesso sul fronte della prestazioni pubbliche ha fatto anche la 3V tra le vie David, Rovelli e Tommaseo che ha realizzato come standard di qualità la ludoteca a Borgo Palazzo, ma poi non è mai partito.

Anche il resto è solo sulla carta: Reggiani, ex Ote, ex Fervet, ex Mangimi Moretti a Campagnola solo per citarne alcune. «Per la Reggiani sono state presentate delle ipotesi, ma non c'è nessun progetto concreto. Anche per l'ex Ote le ipotesi sono rimaste a livello embrionale, ci sono stati contatti ma poi più nulla» rileva l'assessore.

Dalla Sace a via Nullo
Certo qualcosa sta andando avanti. Alla Sace di via Baioni, oggetto di una lunga ed estenuante trattativa con l'operatore, la parte di riqualificazione produttiva procede e dovrebbe concludersi nel giro di un anno e mezzo. Una volta conclusa questa parte inizieranno i lavori per quella residenziale che ha visto un dimezzamento delle altezze.

E stanno andando avanti i Piani integrati (ante Pgt) come l'area ex Enel di via Nullo e quella del muro di via Autostrada, oltre ai Molini Riuniti di Colognola dove gli edifici ormai svettano passando lungo l'Asse interurbano. Anche l'ex caserma Li Gobbi in via Suardi è stata buttata giù e ora si sta procedendo alla bonifica: lì sorgeranno nuove residenze, oltre a una piazza, una pista ciclabile e verde. E se questo tutto sommato procede, sul tavolo c'è il futuro di altri angoli di città: contenitori vuoti in cerca di un'identità come l'ex caserma Montelungo e altri che un'identità ce l'hanno ma aspettano di vedersi tradotti in pratica come gli ex Magazzini generali di via Rovelli destinati in parte a ospitare la nuova Gamec, la Galleria d'arte moderna e contemporanea. «A che punto siamo? La volontà di presentare un progetto c'è e ci è stata dimostrata, ora speriamo che si traduca al più presto in qualcosa di concreto». Commenta sul blog de L'EcoLab

Vanessa Santinelli

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