«Causa Dec, l'ospedale ha ragione»
Il perito: alla ditta meno di 4 milioni

Carlo Nicora, direttore generale del Papa Giovanni XXIII ha il volto di chi si sente soddisfatto, se gli si parla della perizia del Ctu depositata in tribunale nella causa che la Dec spa di Bari ha intentato contro l'Azienda ospedaliera.

«L'Azienda ospedaliera si rimette alla decisione del giudice. Certo, la perizia del Consulente tecnico d'ufficio nominato dal tribunale verrà valutata dai nostri periti: in ogni caso non posso non constatare che la cifra che il perito riconosce alla Dec si discosta di poco da quanto la stessa Azienda ospedaliera aveva fissato in un tentativo di transazione, già due anni fa».

Carlo Nicora, direttore generale del Papa Giovanni XXIII ha il volto di chi si sente soddisfatto, se gli si parla della perizia del Ctu depositata in tribunale nella causa che la Dec spa di Bari (titolare per l'appalto del nuovo ospedale, e oggi in concordato preventivo) ha intentato contro l'Azienda ospedaliera avanzando riserve su lavori, ritardi, rifacimento di opere, richieste non a capitolato.

L'udienza è fissata per il 19 marzo, e non è escluso che le due parti presentino osservazioni dei propri periti sulla relazione presentata dal Ctu nominato dal tribunale. È un fatto, comunque, che su oltre 250 riserve avanzate dalla Dec, il Ctu ne riconoscerebbe come ammissibili pochissime, e per un corrispettivo economico che non supererebbe i 4 milioni di euro, contro gli oltre 150 e rotti richiesti dalla Dec di Bari (o meglio dall'Ati, Associazione temporanea di impresa, guidata dalla Dec, a cui si sono aggiunti anche titolari di ditte che hanno lavorato in subappalto e fornitori, non pagati ancora da Dec, che vorrebbero che fosse l'Azienda ospedaliera ad anticipare il saldo delle opere effettuate).

Neppure troppo tra le righe, dalle parole di Carlo Nicora si intuisce che la partita del dare-avere non si chiuderà certo con la causa per 150 milioni di riserve della Dec, ma con ogni probabilità l'accertamento di responsabilità ed eventuali danni che l'Azienda ospedaliera aveva sempre inteso di voler effettuare a «bocce ferme», cioè a conclusione dell'iter di apertura e messa a regime del nuovo ospedale, sfocerà in una causa che lo stesso ospedale Papa Giovanni XXIII potrebbe intentare nei confronti dell'Ati-Dec, titolare dell'appalto.

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