Vinta la battaglia: «stop» del Tar
No alla sala slot sopra alla camera

La sala slot non s'ha da fare, parola del Tar. Più delle battaglie contro il rischio dipendenza generato dal gioco d'azzardo, più delle proposte di legge pensate per arginare il fenomeno in espansione, a Gazzaniga potè una camera da letto.

La sala slot non s'ha da fare, parola del Tar. Più delle battaglie contro il rischio dipendenza generato dal gioco d'azzardo, più delle proposte di legge pensate per arginare il fenomeno in espansione, a Gazzaniga potè una camera da letto.

E soprattutto la determinazione di una coppia di coniugi che, vincendo il ricorso contro l'apertura di una sala giochi sopra casa loro. In via Manzoni 83, la stretta via che porta all'ospedale di Gazzaniga, doveva aprire una sala giochi.

Insegna e nome c'erano già, «Flyer game», a richiamare il «Flyer cafè» che si trova dall'altra parte della strada e del quale doveva essere un'«emanazione». Il Comune aveva dato il nulla osta alla Dia, la denuncia di inizio attività e alla Scia, la segnalazione certificata di inizio attività e le slot machine erano già all'interno.

Ma sotto, visto che la casa ha due ingressi, su piani diversi c'è la camera da letto di Daniela Gherardi e Giuseppe Chierchia. I due Don Chisciotte hanno atterrato i mulini, ma che fatica. E che amarezza, ora che il giudice del Tar ha dato loro ragione confermando però che, forse, «questi tre anni di battaglie logoranti si potevano evitare con un semplice no» riassume Giuseppe Chierchia.

Tutto su L'Eco di Bergamo del 13 marzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA