Cherio, ciclabile «abbandonata»
Per i rovi quasi non si passa più

Le condizioni della pista ciclabile del Cherio continuano a far discutere. Ecco una eloquente fotografia che mostra come la pista sia difficilmente transitabile a causa dei rovi, oltre che per via delle crepe e della sporcizia che, in particolare foglie, si accumula in alcuni punti.

Le condizioni della pista ciclabile del Cherio continuano a far discutere. Dopo la lettera della nostra lettrice Paola, in cui segnalava lo stato di abbandono del cantiere, Angelo Zamblera, direttore Consorzio Servizi Val Cavallina, aveva spiegato come i lavori fossero complessi da concludere.

Paola ora interviene di nuovo, inviando tra l'altro una eloquente fotografia che mostra come la pista sia difficilmente transitabile a causa dei rovi, oltre che per via delle crepe e della sporcizia che, in particolare sotto forma di foglie, si accumula in alcuni punti.

Non solo all'estero, ma anche in Italia, sottolinea Paola, ci sono esempi di come stutture simili vengono mantenute in condizioni di perfetto uso e dove, quando vengono avviati i lavori, questi si concludono in tempi rapidi.

Ecco la lettera di Paola
«Egr. Sig. Zamblera,
cc. tutti  gli Enti
la ringrazio di aver prontamente risposto alla mia.
Senza polemica, ma da utilizzatrice abituale della pista ciclopedonale e quindi con una certa cognizione di causa, vorrei chiarire alcuni punti.

1 - non mi sono lamentata del fatto che la pista è rimasta chiusa 100 giorni per i lavori, tutti noi utilizzatori capiamo che le migliorie sono fatte a nostro favore, ma del fatto che i cartelli e le reti del lavoro eseguito sono ancora lì, magari per terra o di traverso a bordo di un campo, e che sicuramente saranno obsoleti per i nuovi lavori. Non sono certo una bella presentazione per il nostro territorio e non sarebbe un grande lavoro toglierli e rimetterli al momento opportuno.

2 - per quanto riguarda le crepe nel terreno, forse ora non saranno pericolose, ma la pioggia continuerà ad approfondirle, questo è sicuro. Pericoloso o no, resta comunque un grande esempio di incuria della cosa pubblica.

3 - nel Tirolo, dove vado in vacanza ogni anno ad agosto, hanno costruito un tratto nuovo di strada e di ferrovia per evitare il centro paese e sul tabellone non risultava tanta "multidisciplinarietà", come sul nostro, ma là i lavori sono stati finiti e la strada nuova è stata inaugurata un mese prima della data prevista di fine lavori. Mentre qui è passato quasi un anno dalla fine lavori ed è ancora tutto in alto mare.

Le piste ciclabili di Austria e Germania sono dei veri gioiellini, non come la nostra che è si interrompe ogni piè sospinto e si deve continuare sulla strada, dove passano le auto.

Sarebbe bene prendere esempio da questi paesi, dove le cose funzionano, non solo per la multidisciplinarietà.

4 - per quanto riguarda la parola "fiumiciattolo", che l'ha fatta tanto arrabbiare, la mia era solo una benevola ironia. Amo molto il fiume Cherio, tanto da fare la mia camminata ogni mattina lungo le sue rive, ma con tutto il rispetto per la sua storia e la sua geografia, sempre un fiume piccolo resta. Per quanto riguarda i lavori da fare, non sono certo le rive del Po (per questo la parola “fiumiciattolo”), fossero argini di "bisache" come erano prima o di terra, come sono adesso.

5 - tutte le mattine mi si stringe il cuore a vedere il degrado (sia naturale, che creato dall'uomo) di questa pista ciclopedonale. Il tratto più disastrato, dove parte della palizzata è stata divelta si trova all'inizio, partendo da Borgo di Terzo, dove è stato rimosso anche il cartello di pista ciclopedonale, chi l'ha fatto? Forse sarebbe bene porre un po' di attenzione su quella zona.

6 - per quanto riguarda la pulizia della pista, nessuna pulizia viene fatta (come ho detto prima, ci passo tutti i giorni) può andare a controllare anche lei, nei tratti di Entratico verso la loc. Fornaci e a Borgo di Terzo fino alla strada per Grone, dove gli alberi sovrastano la pista, un mantello di foglie marce giace sulla pista dall'autunno scorso.

Non basta fare un'opera nuova, bisogna anche pensare alla sua manutenzione. 

I volontari (un grandissimo grazie a tutti loro) per fortuna tagliano i rovi e i cespugli che invadono la pista, purtroppo lo fanno solo una volta all'anno e quando ormai praticamente non si passa quasi più (p.e. zona campo sportivo a Entratico -vedi foto- e rovi sul percorso a Borgo di Terzo).

7 - è vero, ora il Cherio è molto pulito, ma quando ero bambina io era limpidissimo e mia mamma ci portava a fare il bagno d'estate. Chi ha permesso l'inquinamento?  Il lavoro che è stato fatto per "disinquinare" il Cherio lo ritengo dovuto, a compensare la mancanza di controllo da parte delle autorità negli anni passati.

Sarò molto felice di intervenire alla visita guidata, ma più felice ancora se vedrò che i fatti seguiranno alle parole.
Cordiali saluti».
Paola Mazza

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