Il nunzio bergamasco Bonazzi:
«Il Papa saprà sorprendere il mondo»

«Papa Francesco proviene da una nazione dell'America Latina e introdurrà nella Chiesa una dimensione di novità, freschezza e proposte nuove che renderanno più convincente e plausibile la capacità della Chiesa di sorprendere il mondo».

«La fantasia di Dio supera sempre le previsioni umane. Papa Francesco proviene da una nazione dell'America Latina e introdurrà nella Chiesa una dimensione di novità, freschezza e proposte nuove che renderanno più convincente e plausibile la capacità della Chiesa di sorprendere il mondo e di camminare sulle strade della nuova evangelizzazione».

Sono le parole dell'arcivescovo Luigi Bonazzi, 62 anni, nativo di Gandino, dal 2009 nunzio apostolico nei Paesi Baltici (Lituania, Lettonia ed Estonia). Ha una vasta esperienza nella diplomazia pontificia e a contatto con diverse Chiese, culture e nazioni per essere stato in precedenza nunzio apostolico a Cuba e Haiti e prima ancora addetto e consigliere nelle nunziature di Camerun, Trinidad, Malta, Stati Uniti e Italia.

«Ho visto la fumata bianca insieme ai miei collaboratori nella nunziatura, che ha sede a Vilnius, capitale della Lituania - racconta Bonazzi -. Come un po' per tutti, l'elezione del cardinale Bergoglio è stata una grande sorpresa. Al Conclave, i Paesi Baltici erano rappresentati dal cardinale Audrys Ba'kis, arcivescovo di Vilnius».

Prima del Conclave, il nunzio Bonazzi aveva seguito da giornali e televisioni i giorni del preconclave. «Prima della sua elezione a Sommo Pontefice, sul cardinale Bergoglio avevo letto o ascoltato giudizi difformi. Un cardinale mi aveva detto che quattro anni di Bergoglio sarebbero stati fruttuosi come fossero più del doppio. Un altro cardinale era perplesso per via dell'età».

Poi il coinvolgente primo discorso alla folla in piazza San Pietro. «Ascoltandolo, ho capito subito la grandezza di Papa Francesco, eletto proprio nell'Anno della fede, aperto dal predecessore Benedetto XVI. Ho sempre stimato moltissimo Papa Ratzinger e, con le sue dimissioni, la Chiesa mi era apparsa all'improvviso più povera. Poi invece ho capito che la sua rinuncia ha rinnovato e arricchito la Chiesa, perché frutto di un sacrificio e di un'adesione totale al Signore. Ora lo Spirito ci dona Papa Francesco».

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