Scippi e furti, la gente ha paura
Santa Lucia chiede più sicurezza

Basta qualche sguardo per fotografare il quartiere cittadino di Santa Lucia. Da quando il vecchio ospedale è stato trasferito, il traffico si è quasi annullato. Alcune aree paiono deserte e palese il senso di insicurezza. La gente ha paura.

È sabato mattina e nei negozi che costeggiano via Statuto e via XXIV Maggio è un continuo andirivieni di persone che fanno acquisti. Osservando il viavai dai margini del quartiere, vicino alle inferriate dell'ex Cups dei vecchi Ospedali Riuniti, limite oltre il quale quasi nessuno mette più piede, si vedono teste canute o quantomeno brizzolate, persone che si reggono con l'ausilio del bastone, altri con l'aiuto delle badanti. Pochi bambini e giovani, al massimo signore distinte a spasso con i nipotini.

Basta qualche sguardo per fotografare il quartiere di Santa Lucia, immerso in un'ovattata calma apparente. Da quando il vecchio ospedale è stato trasferito, il traffico di auto e persone si è quasi annullato, e non si sentono neppure più le sirene delle autoambulanze dirette a Largo Barozzi. Una situazione che dovrebbe far solo piacere ai residenti, se non ci fosse il rovescio della medaglia dovuto alla desertificazione di alcune aree del quartiere. Le persone a passeggio, appena notano il quadernetto per appunti, la penna e il registratore abbassano la testa, cambiano garbatamente direzione. I residenti non hanno voglia di parlare, forse per paura di dire qualcosa di inopportuno.

Chi decide di raccontarci gli spaccati di vita a Santa Lucia si assicura che il proprio nome e cognome non appaia sul giornale. La paura aleggia nell'aria, la notizia del furto di venerdì alla casa di Carlo Mazzoleni, presidente di Confindustria, e dei ripetuti scippi nelle vie perpendicolari a via dello Statuto si sta diffondendo. E l'allarme cresce proporzionalmente nel quartiere, oggi particolarmente sensibile al tema «sicurezza». L'unico a non avere problemi a raccontare il nuovo volto di Santa Lucia è un residente storico: «Sono qui da quando sono nato, dal 1937, e ho visto cambiare il quartiere – racconta Sandro Moretti –. Il rischio verso sera è di non incontrare nessuno per la strada. Fortunatamente adesso fa buio più tardi, ma girare la sera resta comunque pericoloso. La gente ha paura, sembra di vivere in un deserto, con tutto quello che ne consegue. È sulla bocca di tutti che i furti sono aumentati e che c'è gente che dorme nel vecchio ospedale, c'è un certo timore da parte di tutti».

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 17 marzo

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