Ospedale, altra causa: 30 milioni
E nel mirino le porte antincendio

Se la procura mette sotto la lente d'ingrandimento le porte tagliafuoco del nuovo ospedale di Bergamo, 25 ditte che hanno lavorato alla costruzione del Papa Giovanni in subappalto hanno intentato causa all'Azienda ospedaliera. E si parla di 30 milioni.

Se la procura mette sotto la lente d'ingrandimento le porte tagliafuoco del nuovo ospedale di Bergamo, 25 ditte che hanno lavorato alla costruzione del Papa Giovanni in subappalto e non sono ancora state pagate dalla Dec spa di Bari, titolare dell'appalto e oggi in concordato preventivo, hanno intentato causa all'Azienda ospedaliera.

Tra queste ditte ci sono anche due imprese che hanno installato e fornito proprio le porte tagliafuoco: una ha un credito di almeno 2 milioni di euro, l'altra di quasi 300 mila. Ma i crediti che avanzano le ditte e i fornitori non pagati che hanno intentato la causa sono molto più elevati: sfiorano i 30 milioni, complessivamente, calcolando anche gli interessi maturati sui saldi non ancora ricevuti. Già, perché alla prima «pattuglia» iniziale di 25 creditori si sono aggiunti altri fornitori e altre imprese, una ventina, che la Dec non ha pagato.

La causa, prima udienza al tribunale civile di Bergamo per la fine di giugno, nasce dalla contestazione avanzata dalle 25 ditte, bergamasche e no, rappresentate dall'associazione Lia, Liberi imprenditori associati, nei confronti dell'ospedale: in sostanza le imprese chiedevano al Papa Giovanni di anticipare l'ammontare che doveva essere versato loro dalla Dec, rivalendosi poi contro l'impresa barese che proprio all'Azienda ha a sua volta fatto causa per riserve varie, chiedendo 150 milioni in più oltre al contratto d'appalto (causa a cui, di recente, ha aderito anche parte delle aziende non pagate).

Mentre per questa causa la perizia del tribunale avrebbe stabilito che all'impresa barese andrebbero riconosciuti solo circa 4 milioni, le ditte si sono viste bocciare dall'Azienda la proposta di «cessione del credito».

Quanto alle porte tagliafuoco installate nei sotterranei dell'ospedale nuovo, secondo un rapporto dei vigili del fuoco di Bergamo, alcune sono danneggiate, altre non perfettamente funzionanti. A distanza di un paio di settimane dal sopralluogo compiuto dal pm Giancarlo Mancusi e dalla Guardia di Finanza (era il 6 marzo), un nuovo blitz ha interessato i sotterranei del Papa Giovanni XXIII.

Questa volta, insieme alle Fiamme Gialle, c'erano gli ingegneri dei vigili del fuoco. I funzionari del comando provinciale sono stati inviati dalla procura della Repubblica - nell'ambito dell'inchiesta aperta sulla realizzazione del nuovo ospedale - proprio per verificare lo stato delle porte antincendio.

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di giovedì 21 marzo

© RIPRODUZIONE RISERVATA