La Pasqua ai tempi della crisi?
Resiste il pranzo, hotel con stranieri

La Pasqua ai tempi della crisi sarà più sobria, magari all'insegna del «poco ma buono». Per quanto riguarda gli albergatori, darà una piccola boccata d'ossigeno agli hotel orobici, grazie soprattutto ai turisti stranieri.

La Pasqua ai tempi della crisi sarà più sobria, magari all'insegna del «poco ma buono». «Gli italiani e i bergamaschi – precisa Giorgio Ambrosioni, presidente di Confesercenti Bergamo - non sono certamente in vena di spese folli, ma non rinunceranno a festeggiare come la tradizione impone, concedendosi qualche giorno di serenità in famiglia. Commercio, ristorazione e settore alberghiero continuano ad arrancare, ma il weekend di festa potrebbe portare qualche motivo di ottimismo».

Uova e agnello in calo
I segnali di difficoltà non mancano: le vendite di uova e colombe risultano in calo del 10% rispetto all'anno scorso. Vanno un po' meglio i dolciumi artigianali, che però sono venduti a prezzi ribassati: i margini di guadagno per i pasticcieri sono dunque ridotti al minimo.
Agnelli e capretti, da sempre portata principale del pranzo pasquale, sono meno ricercati: anche nel settore carne si registra infatti un calo dei consumi vicino al 10%. Molti preferiscono scegliere le meno costose carni bianche. Si potrebbe pensare che nei piatti finisca più verdura, ma non è così. Basta un dato per tracciare il quadro del settore: dieci anni fa si acquistavano in totale 417 chili annui di ortofrutta per famiglia, oggi siamo scesi a 331 kg.

La Pasqua non riuscirà a invertire la tendenza negativa, però aiuterà a far quadrare un po' i conti. «Visto il periodo, possiamo essere contenti – sottolinea Valerio Mologni, titolare della storica gastronomia di via Borfuro – le prenotazioni dei pranzi d'asporto stanno arrivando, siamo in linea con l'anno scorso. Oltre a capretto e agnello, proponiamo anche crespelle e altri grandi primi piatti. Per nostra fortuna possiamo contare su una clientela fedele, che però in questa zona sta progressivamente invecchiando. Manca il ricambio generazionale e i nuovi residenti durante la settimana fanno la spesa altrove: durante le feste il lavoro non manca, ma purtroppo non è sempre così».

Anche per i ristoranti la Pasqua sarà un'occasione per risollevarsi un po': «Con le prenotazioni siamo a buon punto, anche se bisogna tener conto che i prezzi sono fermi a tre anni fa – spiega Robi Amaddeo, titolare del ristorante “Da Mimmo” e presidente dei ristoratori di Confesercenti –. Durante le Festività non ci possiamo lamentare: i clienti non rinunciano al pranzo fuori, che rappresenta un'occasione buona per riunire la famiglia. Il problema semmai riguarda il resto dell'anno: durante la settimana si lavora davvero poco. C'è da dire che incide anche il maltempo: se piove e fa freddo, la gente non esce, c'è poco da fare. Speriamo in una Pasqua con il sole».

Hotel, segnali positivi
Le previsioni a livello nazionale per quanto riguarda gli alberghi non sono positive: Confesercenti stima, a livello nazionale, il 15% di presenze in meno negli hotel, con punte fino al 50% nelle località minori. Resistono però le città d'arte e le mete più ambite: Bergamo, lieta sorpresa, si inserisce tra queste. La Pasqua darà infatti una piccola boccata d'ossigeno agli hotel orobici, grazie soprattutto ai turisti stranieri, ormai affezionati a Bergamo e in particolare a Città Alta. «Abbiamo un buon livello di occupazione delle camere per tutto il weekend – spiega Massimo Santilli, direttore del Gombit Hotel – Meno presenze per Pasquetta, forse perché la gente preferisce la tradizionale gita fuori porta. Anche stavolta gli stranieri saranno in maggioranza».
Anche dall'hotel Piemontese arrivano buoni segnali: «Le prenotazioni stanno arrivando, anche grazie a Internet e alle tariffe basse. La crisi si sente, intendiamoci, ma qualcosa inizia a muoversi – osserva la titolare Marina Scanavino –. I nostri ospiti saranno soprattutto gli stranieri: spagnoli, inglesi, anche finlandesi. Il soggiorno medio è di 2-3 giorni, a copertura dell'intero weekend pasquale».
Il quadro complessivo della situazione resta però negativo: i turisti in entrata – e gli italiani che rimangono nel Paese – in questa Pasqua avranno a disposizione meno servizi ed opportunità. La crisi economica e la mancanza di fiducia stanno infatti decimando le imprese dell'alloggio e della somministrazione, siano esse strutture ricettive, ristoranti o bar. Secondo i dati dell'Osservatorio nazionale Confesercenti, nel corso dei primi due mesi del 2013 il saldo tra aperture e chiusure vede scomparire 4.723 aziende, con risultati negativi in tutte le Regioni italiane. In particolare, si perdono 2.298 ristoranti, 1.933 bar e 492 tra le imprese attive nell'alloggio e nel catering.

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