«Ci vogliono tariffe meno esose
e macchinette in posizioni migliori»

«Spettabile Redazione, avete più volte ospitato lettere ed opinioni riguardo alla situazione del parcheggio del nuovo ospedale. Anche a me proprio oggi è capitato lo stesso copione: giovani che ti invitano al posto auto libero, ulteriori "assistenti" alla riscossione e altri giovani che ti riaccompagnano all'auto».

«Tutto questo può facilmente raddoppiare l'importo della tariffa di parcheggio, peraltro non proprio economica. Vorrei però lasciare alcune considerazioni. Ogni parcheggio in un'area pubblica è a pagamento: è un metodo di "raccolta" anche questo e non è una novità, con magari due appunti: mantenere tariffe non troppo esose, con forme di abbonamento, per chi, purtroppo, come utente ne deve usufruire di frequente, augurandoci poi che le risorse raccolte vengono reimpiegate nei servizi e non solo come utile per chi si è aggiudicata la gestione del parcheggio».

«Inoltre le macchinette per riscuotere potrebbero essere posizionate anche all'interno dell'ingresso dell'ospedale, per evitare altre presenze nelle loro vicinanze. Anche le richieste a fronte di "servizi" non proprio richiesti sono diffuse: io lavoro in città, a contatto con il pubblico e ogni giorno incontriamo qualcuno che chiede, anche in modo fastidioso ed esasperante, spesso con una frequenza che si può intendere come un "pizzo" dovuto».

«Eppure io di fronte a queste persone mi interrogo: qualche moneta lasciate cadere nelle loro mani serve per liberarmene velocemente, al limite mi può sollevare un poco la coscienza. Ma così non alimento anche io questo assistenzialismo che non ha nessuna uscita? È davvero un "pizzo" da pagare a persone che raccontano di essere da dieci anni in Italia, sopravvivendo in questo modo?».

«Una distinta signora mi disse, dopo aver dato l'euro richiesto ad un ragazzo africano di fronte al mio banco di lavoro, che lei la fame l'aveva provata e non poteva negare qualcosa per mangiare a qualcuno che chiedeva. Lo spicciolo che diamo a queste persone "della periferia del mondo" appare come ritornare loro una frazione infinitesima dei privilegi che noi possediamo. Con il passare del tempo sempre più rischio di divenire insonne: «... i poveri del mondo non ci lasceranno dormire...».

Marco

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