Dote Scuola, borse di studio:
le domande entro il 2 maggio

Entro il 2 maggio vanno presentate le domande per usufruire della Dote Scuola, ovvero delle borse di studio regionali per l'anno 2013. A ricordare la scadenza è lo Sportello Genitori della Cgil di Bergamo che fornisce un servizio di assistenza e compilazione delle domande.

Entro il 2 maggio vanno presentate le domande per usufruire della Dote Scuola, ovvero delle borse di studio regionali per l'anno 2013. A ricordare la scadenza è lo Sportello Genitori della Cgil di Bergamo che fornisce un servizio di assistenza e compilazione delle domande nei suoi uffici di in via Garibaldi 3 (ogni mercoledì e venerdì 9-12 e 14,30-18 e ogni giovedì 9-12,30; telefono 035.3594380).

Ricordiamo che la Dote Scuola può essere di tre tipologie: la prima, denominata dote «Sostegno al Reddito», è destinata ad alunni iscritti a scuole statali primarie (elementari), secondarie di primo grado (medie), superiori e formazione professionale (accreditate).

Il secondo tipo di dote, il cosiddetto «Buono Scuola», è per alunni delle scuole paritarie (cioè private) o statali con retta (per esempio l'Istituto Alberghiero) primarie (elementari), secondarie di primo grado (medie), superiori frequentanti in Lombardia e in regione limitrofa.

Per questi due tipi la scadenza per la presentazione delle domande è, appunto, il 2 maggio, mentre per il terzo tipo, la Dote Scuola «Merito», le domande vanno presentate dal 2 al 30 settembre 2013: questa tipologia è riservata a alunni con votazione, nell'anno scolastico 2011-2012, di almeno 8/10 per le superiori, 9/10 per la terza media, 100 e lode per il diploma di scuola superiore.

«Il Bando Dote Scuola 2013 ripropone, senza cambiamenti, i difetti dei precedenti anni della gestione formigoniana - commenta Orazio Amboni, responsabile del Dipartimento Welfare della Cgil di Bergamo -. A ciò si aggiunge che, col passare degli anni e con l'incedere della crisi economica, lo strumento appare sempre più inadeguato, a partire dagli importi».

Il tetto di Isee per accedere alla dote è fermo dal 2008 (15.458 euro) mentre l'inflazione è andata avanti: secondo l'Istat, dal 2008 si registra un +11,2%. «Il che significa che progressivamente un numero crescente di famiglie è scivolato fuori dalla platea degli aventi diritto, pur avendo visto peggiorare la propria condizione economica. Gli importi, già minimi, sono anch'essi fermi» continua Amboni.

«Per un ragazzo alle scuole superiori (dove i costi sono maggiori), una famiglia con 15.000 euro di Isee poteva contare nel 2008 su una dote di 320 euro; la stessa famiglia, nel 2013, può contare su soli 140 euro. Se si tratta di una famiglia molto povera, con soli 5.000 euro di Isee, nel 2008 erano sempre 320 euro, nel 2013 sono 290, quindi meno di cinque anni fa, pur in presenza di un rilevante aumento del costo della vita. Come sappiamo bene, la Regione ha avuto ben altre priorità nell'utilizzare i fondi pubblici».

Ma non tutti sono trattati nello stesso modo: «I 140 euro (all'anno) del ragazzo che frequenta le scuole superiori statali diventano 1.500 (il 93% di più) se lo stesso ragazzo frequenta una scuola privata» continua Amboni. «Infatti riceve 700 euro per la "libertà di scelta" (cioè per far fronte alla retta della scuola) e 800 euro per l'"integrazione al reddito", cioè per il costo della vita».

«Mentre si può capire, pur non approvandola, la quota per la retta, è inaccettabile, perché gravemente discriminante, la quota per l'integrazione al reddito, quota che dovrebbe essere rapportata unicamente alle condizioni economiche della famiglia. Come già in passato, le discriminazioni non finiscono qui».

«Per le famiglie che mandano i ragazzi nella scuola pubblica si utilizza l'Isee (che conteggia, oltre al reddito di tutti i membri della famiglia, anche il patrimonio immobiliare e mobiliare: casa, conto in banca, azioni …) per il "Buono scuola" di chi manda i ragazzi alla scuola privata niente conteggio del patrimonio, si guarda solo al reddito, e neanche tutto, solo a quello dei genitori escludendo altri eventuali componenti della famiglia. Anche quest'anno un bel regalo agli evasori e una beffa a chi dichiara fino all'ultimo centesimo».

Ci sono poi altri particolari, minori ma significativi: «Chi non possiede la firma digitale (cioè il 99% delle famiglie) deve compilare la domanda on line, stampare la Dichiarazione riassuntiva, firmarla e andare a consegnarla in Comune; ma se il ragazzo frequenta la scuola privata, niente coda, basta consegnare alla segreteria della scuola. Ben più rilevanti sono le critiche che solleva lo strumento dei ticket adottati come forma di pagamento della dote e spendibili solo presso esercizi commerciali convenzionati».

«Ci si può sbizzarrire nello scorrere sul web l'elenco dei negozi convenzionati. Ci si potrà trovare il negozio di abbigliamento di via XX Settembre a Bergamo, o il negozio di giocattoli, per fortuna anche qualche supermercato … ma siamo molto lontani da uno strumento per il diritto allo studio che aiuti la famiglia ad affrontare la quotidianità in questi tempi così difficili».

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