Il ministero: «Incompatibilità»
Il sindaco Terzi deve dimettersi

Il verdetto è chiaro: i ruoli ricoperti da Claudia Terzi come sindaco di Dalmine e neo assessore all'Ambiente in Regione sono incompatibili. A decretarlo è stato il ministero dell'Interno, a cui il sindaco si era rivolto per un parere giuridico.

Il verdetto è chiaro: i ruoli ricoperti da Claudia Terzi come sindaco di Dalmine e neo assessore all'Ambiente in Regione sono incompatibili. A decretarlo è stato il ministero dell'Interno, a cui il sindaco si era rivolto per un parere giuridico: il testo unico degli enti locali e lo statuto della Regione Lombardia sembravano infatti discordi sulla questione, ma il ministero non ha avuto dubbi.

Così come per i consiglieri regionali, quindi, le cariche sono incompatibili. Sembra dunque che il destino di Terzi sia quello di lasciare il posto di sindaco e di rimanere assessore all'Ambiente nella Giunta Maroni. D'altronde era già da qualche settimana che il primo cittadino aveva fatto scaldare i motori all'attuale vicesindaco e assessore ai Servizi sociali e al Personale Alessandro Cividini, leghista come lei, che a questo punto dovrebbe subentrarle nel ruolo di sindaco.

Claudia Terzi si è dichiarata «dispiaciuta di non potere concludere diversi progetti che avevo iniziato», e fin da subito si era mostrata intenzionata, se il parere richiesto fosse stato positivo, a rimanere a Dalmine per adempiere al mandato. Su quando avverrà l'avvicendamento è questione più incerta: venerdì, quindi un giorno prima dell'arrivo del parere ministeriale, è stato convocato per il 5 aprile un Consiglio comunale, ovviamente senza questo punto all'ordine del giorno.

Anche se Claudia Terzi si è dichiarata intenzionata a «concludere più lavoro possibile» prima di lasciare, non è quindi chiaro se ciò le sarà possibile, almeno nella veste di sindaco. L'opposizione, intanto, non sta a guardare. Vincenzo Orlando, dell'Italia dei Valori, ha dichiarato che «rifiutando di lasciare volontariamente il ruolo di sindaco, senza aspettare il parere legale, si è persa l'occasione di dare un segnale importante ai cittadini. Occasione che - aggiunge - paradossalmente le avevo dato io, con la mozione in cui la spingevo a fare proprio questa scelta, alla quale però i consiglieri di maggioranza hanno dato voto contrario».

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