Nata con un'invalidità del 95%
Udienza lampo per il caso di Samanta

Doveva essere il giorno dell'udienza di smistamento, invece la strada scelta sembra essere quella di un accordo sul risarcimento e sul ritiro della querela: udienza lampo per il caso della piccola Samanta, bimba di Dalmine nata con una invalidità del 95%.

Doveva essere il giorno dell'udienza di smistamento, invece la strada scelta sembra essere quella di un accordo sul risarcimento del danno e sul ritiro della querela: udienza lampo quindi martedì mattina 2 aprile davanti al giudice Federica Gaudino per il caso della piccola Samanta Zekaj, bimba albanese di Dalmine nata il 30 gennaio del 2010 agli Ospedali Riuniti con una invalidità del 95 per cento, dovuta da un ipossia (mancanza di afflusso di ossigeno al cervello) causata dalla rottura dell'utero della madre.

Oggi la bimba, per quel deficit, è cieca, incapace di deglutire il cibo e con un gravissimo ritardo psicomotorio, e alla sbarra, accusate di lesioni colpose gravissime e difese dall'avvocato Claudia Zilioli, ci sono la ginecologa di 39 anni e l'ostetrica di 52 anni presenti al momento del parto (le due sono chiamate a rispondere anche dell'accusa di lesioni colpose alla madre della bimba). Prossima udienza il 16 settembre: nel frattempo le parti in causa, vale a dire l'ospedale assistito dall'avvocato Giovanni Bertino, le due imputate e la famiglia Zekaj, con l'avvocato Roberto Trussardi, cercheranno di trovare un accordo per il risarcimento del danno: qualora la trattativa dovesse andare in porto la famiglia dovrebbe a quel punto ritirare la propria querela.

La vicenda risale proprio al giorno previsto per il parto, ed era stata poi portata all'attenzione dell'autorità giudiziaria proprio dal padre della bimba, Saimir Zekaj, operaio, che aveva riferito delle condizioni gravissime della bambina, associandole a un presunto litigio tra i medici sulla scelta tra parto naturale e parto cesareo: una lite molto accesa che avrebbe ritardato a tal punto il cesareo (e di conseguenza il parto) da renderlo inutile per la salute di mamma e bambina. La madre infatti aveva riportato la lacerazione dell'utero a causa anche del peso (piuttosto alto già nella stima pre-nascita) della bimba, e questa lesione a sua volta avrebbe influito sull'ipossia della piccola Samanta. Di fatto, secondo quanto effettivamente emerso dalle consulenze tecniche disposte dal pubblico ministero Giancarlo Mancusi, proprio il peso stimato della bimba, già importante, avrebbe dovuto essere la spia per guidare i medici verso il parto cesareo che, se eseguito tempestivamente, avrebbe evitato le pesanti conseguenze (la gravidanza infatti fino a quel giorno era proseguita senza problemi, e la bimba era in salute). 

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 3 aprile

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