Fikri ascoltato in procura dal pm
Yara, scatta la nuova indagine

Mohamed Fikri è stato interrogato stamattina, venerdì 5 aprile, dal pm Letizia Ruggeri nell'ambito del nuovo fascicolo relativo al caso di Yara Gambirasio. Il marocchino non è più indagato per omicidio, bensì per favoreggiamento verso ignoti.

Mohamed Fikri è stato interrogato stamattina, venerdì 5 aprile, dal pm Letizia Ruggeri nell'ambito del nuovo fascicolo relativo al caso di Yara Gambirasio. Il marocchino non è più indagato per omicidio, bensì per favoreggiamento verso ignoti. Fikri è stato ascoltato in procura per circa due ore e mezzo, dalle 11,15 alle 13,45, e per il momento non si ha nessuna indiscrezione sull'interrogatorio.

Si preannuncia ancora lunga, dunque, per Fikri, la strada verso l'uscita definitiva dalle indagini sulla morte della govane ginnasta di Brembate Sopra. Il gip Ezia Maccora ha archiviato il fascicolo che era stato aperto a suo carico con l'accusa di omicidio, ritenendo il giovane estraneo alla morte di Yara, ma contestualmente ha disposto l'apertura di una nuova indagine nei suoi confronti con l'ipotesi di favoreggiamento.

L'obiettivo del gip è quello di fugare ogni dubbio rispetto ad alcune «incongruenze che meritano approfondimento» - così le definisce nella sua ordinanza - nel comportamento di Fikri. Incongruenze che «in assenza di una plausibile ricostruzione alternativa - scrive il gip - potrebbero far ritenere che la sera del 26 novembre 2010 Fikri ha visto o è venuto a conoscenza di circostanze collegate alla scomparsa e all'omicidio di Yara».

Da qui la decisione del pm, in ottemperanza alle disposizioni del giudice, di interrogare nuovamente il marocchino. Ma non solo lui: il magistrato inquirente, per completezza, sentirà di nuovo anche la sua fidanzata dell'epoca (da tempo si sono lasciati) Fatiha Sabri, il suo ex datore di lavoro, Roberto Benozzo, e l'allora custode del cantiere di Mapello, Federico Anni.

Il nuovo valzer di interrogatori servirà a sciogliere alcuni nodi riferiti alla posizione di Fikri e, più in generale, alla cosiddetta «pista del cantiere di Mapello». Primo: perché Fikri, la sera del 3 dicembre 2010, dopo essere stato interrogato dai carabinieri, al telefono con la sua fidanzata sembra così turbato da piangere (ricordando alla ragazza che «da quasi due anni non verso una lacrima») e da chiederle perdono?

La telefonata è delle 22,02: «Le tue parole non mi sono piaciute proprio - avrebbe detto la ragazza a Mohammed - soprattutto mi hai chiesto di perdonarti, mi sono detta perché devo perdonarti, non c'è motivo per il quale io ti devo perdonare». La ragazza fu sentita dai carabinieri il 30 dicembre e negò la circostanza, dicendo che al telefono il fidanzato era molto tranquillo.

Seconda incongruenza: alle 16,17 dello stesso giorno Fikri aveva riferito al telefono (sempre alla fidanzata) il motivo dell'interrogatorio dei carabinieri e la ragazza gli aveva chiesto: «Ma il posto dove l'hanno uccisa, è vicino a dove lavoravi o un po' lontano?» e lui aveva risposto «è vicino al cancello del cantiere». All'epoca non si sapeva neppure che Yara era morta.

Il terzo dubbio è relativo alla frase che fece finire Fikri in manette, intercettata mentre l'operaio stava cercando di contattare un suo amico tunisino che gli doveva dei soldi: borbottando tra sé, disse «Allah, perdonami non l'ho uccisa io» (prima interpretazione) oppure «Allah, fa' che risponda» (seconda versione).

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