In Consiglio si parla di cestelli
E l'aeroporto viene rimandato

«Non parteciperò alla votazione, mi sento umiliato da questa discussione». Alla fine, è Vittorio Grossi (Idv) a tirare le somme della serata. Perché, almeno vista da fuori, la seduta del Consiglio comunale di ieri non è stata certo una delle più fruttuose del mandato.

«Non parteciperò alla votazione, mi sento umiliato da questa discussione». Alla fine, è Vittorio Grossi (Idv) a tirare le somme della serata. Perché, almeno vista da fuori, la seduta del Consiglio comunale di ieri non è stata certo una delle più fruttuose del mandato.

Della serie: una decina di minuti per rimandare lo spinosissimo piano del parcheggio dell'aeroporto, su cui nemmeno la maggioranza sembra aver trovato la quadra, un'ora e mezza per deliberare alcune modifiche al regolamento dello stesso Consiglio, questione tecnica e dignitosissima, ma non certo nevralgica e, udite udite, un paio d'ore belle piene per estendere la tassa d'occupazione del suolo pubblico ai cestelli per la distribuzione dei giornali gratuiti.

Manco si trattasse della vendita di Casa Suardi. Che tra l'altro all'ordine del giorno era pure iscritta, con un documento presentato dalle minoranze, ma che alla fine, tra un cestello e l'altro, non ha trovato spazio, così come la richiesta per l'istituzione di una commissione consiliare speciale sul nuovo ospedale avanzata ancora dalle opposizioni.

Due temi che, tutto sommato, qualcosina in più ai cittadini avrebbero potuto interessare. Da qui lo sfogo di Grossi: «Possibile - si è domandato il consigliere - impiegare così il nostro tempo e le risorse del Comune? Questa seduta è praticamente costata, più o meno, ciò che si potrà ottenere proprio con l'aumento della tassa di occupazione del suolo pubblico di cui abbiamo discusso finora».

Ma come mai tanto parlare? Il dibattito vede le minoranze e in particolare la Lista Bruni opporsi al provvedimento con cui l'assessore al Bilancio propone di estendere l'imposta ai famosi cestelli, finora esclusi, soprattutto per rientrare dei costi legati alla loro pulizia (3-400 ore all'anno) e migliorare così facendo anche il decoro cittadino: «Colpisce una sola categoria e non è commisurata allo spazio occupato», sostengono a più riprese i consiglieri d'opposizione riferendosi al fatto che si applicherà una tariffa (tra i 20 e i 46 euro all'anno a seconda delle zone) riferita a un metro quadro senza possibilità di pagare importi minori nel caso in cui se ne occupi una frazione. «Qui rischiamo di andare incontro a ricorsi al Tar», aggiungono con una certa enfasi. Arrivano gli emendamenti dell'ultimo minuto.

Gran consulto con i dirigenti per valutarne l'ammissibilità - tutti bocciati - e votazione finale. È andata: si pagherà anche per i cestelli. Sai che notizia...

E. Fa.

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