Trentasei cause fissate per le 9
Tutti presenti tranne il giudice

Avvocati sul piede di guerra. Obiettivo? L'ufficio dei giudici di pace di Bergamo e, più esattamente il (poco) rispetto degli orari di udienza. Martedì l'ennesimo episodio di ritardo ha provocato l'intervento del presidente della sezione di Bergamo delle Camere Penali.

Avvocati sul piede di guerra. Obiettivo? L'ufficio dei giudici di pace di Bergamo e, più esattamente il (poco) rispetto degli orari di udienza. Dopo una lettera di protesta e richiesta di una rapida soluzione, rimasta - pare - priva di conseguenze, inviata nei mesi scorsi, ieri l'ennesimo episodio di ritardo ha provocato l'intervento diretto e in prima persona in aula del presidente della sezione di Bergamo delle Camere Penali, avvocato Emilio Gueli, e del consigliere dell'Ordine degli avvocati Antonella Rosso di San Secondo.

Nocciolo della questione l'ora di fissazione delle prime udienze (le cosiddette udienze filtro o di smistamento delle cause) e l'ora - diversa - di arrivo di alcuni tra i giudici di pace che si occupano del settore penale, con conseguenti e ovvi disagi e ritardi per gli avvocati e i cittadini coinvolti nei processi, costretti a lunghe attese. «La questione si trascina da tempo - spiega l'avvocato Gueli -. Le prime udienze vengono fissate alle nove, ma alcuni giudici di pace, di fuori sede, riescono ad arrivare in Tribunale solo più tardi: questa mattina (ieri, ndr) mancava un quarto d'ora alle 10 quando il magistrato è entrato in aula. Nessun problema il ritardo occasionale: per qualcuno però la situazione sembra fisiologica».

Tre mesi fa lo stesso Gueli a nome della Camera Penale, aveva mandato al coordinatore dei giudici di pace, Giovanni Costantini, una lettera (in copia a Procura e Tribunale) invitandolo a trovare una soluzione. Risposte pervenute? A lui nessuna, anche se in realtà un tentativo sembrerebbe esserci stato per ritardare l'inizio delle udienze, ma senza effetti concreti. Anche perché - è stata la riflessione di molti - «posticipare l'orario di inizio avrebbe effetto solo per i processi ancora da fissare: vale a dire tra un paio di anni».

Ieri la situazione per un momento si è fatta rovente con 36 cause a ruolo fissate alle 9: tutti presenti, tranne il giudice. Che è arrivato tre quarti d'ora più tardi. L'avvocato Gueli, informato della cosa, è entrato nell'aula e, al rientro del giudice, ha chiesto ai colleghi avvocati di uscire tutti per poter parlare privatamente col magistrato, insieme all'avvocato Rosso di San Secondo: «Abbiamo ribadito la necessità di trovare una soluzione alla questione, senza polemizzare» chiarisce.

«Comprendo la situazione e ne sono informato - commenta il presidente del Tribunale Ezio Siniscalchi, spiegando la propria impotenza a intervenire -. Capisco anche il disagio degli avvocati, però né i giudici di pace né la loro cancelleria dipendono dal Tribunale».

Forte la presa di posizione del consigliere Rosso di San Secondo, che ha annunciato provocatoriamente: «Per quanto mi riguarda se non si risolve non mi presenterò più in udienza dal giudice di pace: che mandino poi le segnalazioni per assenza ingiustificata». «La situazione è inaccettabile - ha concordato l'avvocato Ermanno Baldassarre, presidente dell'Ordine degli avvocati, dopo che ieri la questione è stata affrontata anche nella riunione del Consiglio -. Abbiamo cercato di trovare soluzioni e visto che il buon senso non è servito ci attiveremo per segnalare il tutto nelle sedi opportune».

«La questione è anche di rispetto - hanno osservato ieri a caldo alcuni avvocati -. Ogni questione personale può essere tenuta in considerazione, e problemi estemporanei possono capitare. D'altro canto se l'eccezione diventa la regola non va bene: se il problema è la distanza, forse sarebbe sufficiente partire prima da casa».

Tiziano Tista

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